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M.V. 18 maggio 2007
Le low-cost sfidano i cieli sardi
Dura presa di posizione dopo l’apertura delle tratte low cost su Bergamo-Orio al Serio. «Stanno vendendo biglietti per un servizio che allo stato della legislazione attualmente vigente non sono autorizzati a compiere»
Le low-cost sfidano i cieli sardi

ALGHERO - E’ di nuovo bagarre. Dopo l’annuncio di ieri della Ryanair che apriva la vendita dei biglietti per la tratta Alghero-Orio al Serio e della Myair (compagnia nata in seguito alle difficoltà finanziarie di Volare), si riaccende lo scontro con l’Ente nazionale d’aviazione e la Regione. Le compagnie forzano la mano sulle rotte ancora in regime di continuità territoriare, ed è scontro con chi gestisce le tratte gravate da oneri di continuità. Nonostante l’imposizione venuta dall’Unione Europea per far si che la Regione Sardegna in accordo con l’Enac riveda le limitazioni imposte dal regime di continuità, aprendo definitivamente i cieli sardi alla libera concorrenza, la vecchia normativa, è ancora in vigore. La Regione si è detta disponibile alla modifica, ma concordando tempi e modi con tutte le parti in causa: Unione Europea ed Enac in primis. Le compagnie low cost, in pratica, non hanno tenuto conto del fatto che la legge vigente prevede ancora i sistemi aeroportuali. In altri termini, gli scali di Linate, Malpensa e Bergamo vengono considerati come fossero un unico aeroporto, così come quello di Ciampino e Fiumicino. Attualmente, dunque, sui collegamenti da Alghero per Milano può volare soltanto Air One. Ecco perché, se non viene modificato il decreto sulla continuità territoriale, la Ryanair non potrà volare dal Riviera del Corallo per Bergamo-Orio al Serio. Nonostante questo, la compagnia irlandese ha iniziato la vendita dei biglietti online, anche senza la preventiva autorizzazione dell’Enac. Dure le parole di Massimo Dadea, consulente della Regione Sardegna per la continuità territoriale. «Attualmente c'è un decreto che è valido ed efficace. In attesa che venga modificato è intollerabile che ci siano dei vettori che si permettano di pubblicare date dalle quali far decorrere servizi che non sono autorizzati a svolgere. Un'operazione di questo genere rasenta gli estremi della truffa – conclude Dadea - stanno vendendo biglietti per un servizio che allo stato della legislazione attualmente vigente non sono autorizzati a compiere».



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