A.B.
25 luglio 2007
«Icnotech e Catadisk, tuteliamo i lavoratori»
I nuovi proprietari delle due aziende sono pronti a vendere, Alessandra Giudici e i sindacati: «Ora tuteliamo i lavoratori, il resto si vedrà»

SASSARI - «Tuteliamo in tutti i modi gli interessi dei dipendenti di Catadisk e Icnotech». Quello espresso a gran voce dal presidente della Provincia e dai rappresentanti dei sindacati confederali sembrerebbe l’unico impegno possibile. Ed è anche l’unica cosa su cui Alessandra Giudici e i sindacati, alla fine di questa storia, sono d’accordo. Perché da una parte restano le attese per il presente, un presente caratterizzato dalla forte determinazione, che appunto accomuna presidente e sindacati, di tutelare i lavoratori da un epilogo sempre più imminente e poco allettante. Dall’altra, invece, resta la speranza che quell’iniziativa imprenditoriale, che è partita col piede giusto ma si è subito infilata in un vicolo cieco da cui sinora non ha saputo uscire, abbia un futuro. E qui le distanze tra presidente della Provincia e rappresentanti sindacali si fanno enormi.
È l’ultimo capitolo della storia di Catadisk e Icnotech, le due società nate attraverso i finanziamenti del Contratto d’Area di Sassari, Alghero e Porto Torres e impiantate a Predda Niedda per produrre compat disc e cd-rom. L’ultimo capitolo, almeno per ora, di una vicenda piuttosto ingarbugliata, di una storia che sembrava destinata al lieto fine almeno dallo scorso 18 maggio, quando le sue società con sede a Sassari, escluse dal fallimento della società madre, la Adm di Bergamo, erano state acquistate dalla Bet, un colosso del settore con sede a Lecco. I nuovi proprietari, arrivati a Sassari con un carico di credenziali tale da far riaccendere in tutti la speranza che l’iniziativa potesse andare avanti, si sono comportati con il massimo della serietà. Ma le buone intenzioni che avevano espresso quando hanno varcato il Tirreno e sono arrivati nell’isola, purtroppo, non hanno avuto seguito: spulciate le carte, analizzati gli impianti, valutate le condizioni di mercato, i responsabili della Bet di Lecco hanno deciso che il gioco non vale la candela. Non per loro, almeno. Per qualcun altro, qualcuno disposto a comprare Catadisk e Icnotech a un prezzo simbolico e investire almeno 5 milioni di euro, forse sì. Lo hanno scritto a chiare lettere in una relazione inviata alla Provincia qualche giorno fa.
Oggi, in un incontro a carte scoperte, Provincia e sindacati hanno potuto solo prendere atto, con amarezza, che la situazione è questa. Catadisk e Icnotech sono state salvate dal fallimento da una società che però – per ragioni di natura esclusivamente imprenditoriale, dato che rispetto alle procedure del Contratto d’area è tutto in regola e il percorso, con la tanto sospirata consegna della relazione finale del Banco di Sardegna, è in dirittura d’arrivo – non è disposta, una volta fatti i conti, a sborsare i denari necessari per ripartire con l’attività. Nel documento che questa mattina Alessandra Giudici ha illustrato e consegnato alla delegazione composta da Pietro Petretto della Fsm Cisl, Gavino Doppiu della Fiom Cgil e da alcuni rappresentanti dei lavoratori, la Bet, per dimostrare la propria buona fede, annuncia di essere disposta a cedere le due aziende a un prezzo puramente simbolico. Ma in quella stessa relazione c’è scritto che per ripartire ci voglio almeno 5 milioni di euro. Una cifra che rende scettici quelli delle organizzazioni sindacali, mentre Alessandra Giudici lascia ancora la porta aperta a una flebile speranza.
«Certo, ci vogliono un sacco di soldi – dice il presidente della Provincia – ma in quella relazione, molto dettagliata, sono indicati chiaramente i potenziali punti di forza di Catadisk e Icnotech». Più che un’osservazione, un appello, l’ultimo, «a chiunque abbia la possibilità di fare una scommessa che potrebbe rivelarsi vincente per tutti, per chi la fa, per i lavoratori e per il territorio, che è stanco di assistere a questa continua emorragia di posti di lavoro». Ma prima di pensare al futuro, c’è da badare al presente. Sul da farsi, Provincia e sindacati sono d’accordo. «Per ora i proprietari sono loro, accettino attraverso la vostra mediazione di incontrarci», è la richiesta che i sindacati hanno rivolto con successo ad Alessandra Giudici. «Comunque vadano le cose – è la comune conclusione – la Bet deve farsi carico della situazione dei dipendenti di Catadisk e Icnotech».
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