Red
3 ottobre 2020
Prima tesi di laurea su Stanze rosa
Si parla del servizio istituito dall´Università degli studi di Cagliari per sostenere l´impegno delle studentesse e degli studenti nella genitorialità. A discuterla, Francesca Todde, neolaureata in Scienze pedagogiche con 110 e lode che, ieri mattina, l´ha consegnata al rettore Maria Del Zompo

CAGLIARI - «Non è possibile obbligare nel 2020 le donne a scegliere ancora tra la maternità, la famiglia e il lavoro, determinando una grave perdita per la società che, in questo modo, non può godere a pieno del contributo femminile». Lo ha detto ieri mattina (venerdì) il rettore dell’Università degli studi di Cagliari Maria Del Zompo, ricevendo la prima tesi di laurea dedicata alle Stanze rosa: si tratta del servizio istituito all’interno dell’Ateneo che offre un ambiente accogliente dove consentire l’allattamento alle neo mamme e uno spazio fruibile dai bambini, che accompagnano i genitori alle lezioni. Un’opportunità pensata e realizzata proprio per consentire di proseguire il percorso di studi anche agli studenti e alle studentesse impegnati nella genitorialità.
A elaborare e discutere la tesi (riportando 110 e lode) è stata Francesca Todde, neolaureata in Scienze pedagogiche: «La mia tesi di laurea sulla Stanza rosa è stata possibile grazie al contributo delle persone coinvolte nella realizzazione del servizio dell’Ateneo. Abbiamo collegato la ricerca teorica con l’applicazione pratica dell’idea: la cura, la formazione dell’adulto pedagogista, i temi connessi». All’incontro, erano presenti Claudia Secci e Laura Pinna, docenti che hanno accompagnato Todde nell’elaborazione della tesi, e Alessandra Orrù, responsabile del Settore politiche strategiche e rapporti istituzionali, che ha seguito tutto l’iter di attivazione delle Stanze rosa, collegate alla Tessera baby.
Del Zompo ha ricordato come nacque l’idea di istituire il servizio attivo dal 2016: «Fu una precisa richiesta di una studentessa mamma che ci convinse a partire. Si trattava di garantire un servizio che non c’era e che (usufruito altrove) comporta una spesa notevole per i nostri iscritti e le nostre iscritte. Non è possibile obbligare (nel 2020) le donne a scegliere tra la maternità, la famiglia e il lavoro, determinando una grave perdita per la società che in questo modo non può godere a pieno del contributo femminile».
Nella foto: Francesca Todde e Maria Del Zompo
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