La mozione arriva in Consiglio regionale su iniziativa dei Progressisti, legata alla vicenda della tendocopertura da 300metri quadri installata nel complesso sanitario di Rizzeddu, «noleggiata al di fuori delle regolari procedure amministrative e mai utilizzata per lo scopo che era stato prefisso»
SASSARI - Una mozione per chiedere la revoca dell'incarico di commissario straordinario dell'
Assl 1 di Sassari: il documento arriva in Consiglio regionale su iniziativa del gruppo dei Progressisti, primo firmatario Gianfranco Satta, ed è legato alla vicenda della tendocopertura da 300metri quadri installata nel complesso sanitario di Rizzeddu, a Sassari, «noleggiata al di fuori delle regolari procedure amministrative e mai utilizzata per lo scopo che era stato prefisso». Già il 7 gennaio, Satta e i Progressisti avevano presentato un'interrogazione al presidente della Regione autonoma della Sardegna Christian Solinas e all’assessore regionale alla Sanità Gianni Nieddu
[LEGGI]: «la determinazione adottata dall’Assl di Sassari presentava infatti lacune e anomalie su diversi aspetti a iniziare dai costi per il nolo, che per soli due mesi venivano indicati in oltre 81mila euro». Dalla Giunta nessun riscontro, a oggi: «Rispose la Assl, il giorno seguente, con una nota pubblicata sul sito istituzionale, parlando di un mero errore materiale nella predisposizione dei documenti
[LEGGI]», ricorda il consigliere Satta.
«A seguito di questa segnalazione, sono intercorse una serie di interlocuzioni tra la Direzione generale della Sanità, l’Ats Sardegna e la Assl di Sassari che hanno messo in risalto problemi ben più gravi rispetto a quelli ipotizzati». Da qui, la richiesta della revoca immediata dell'incarico al commissario nominato il 28 dicembre 2020: «Le scelte operate dal commissario straordinario della Assl n.1 di Sassari - sottolineano i Progressisti - sono incompatibili con la corretta gestione della pandemia, specialmente in un contesto come quello del Sassarese che è stato maggiormente colpito dalla diffusione del Covid-19. E' palese la dimostrazione di inadeguatezza gestionale anche rispetto alle più basilari regole delle Amministrazioni pubbliche, determinata anche dalla scarsa attenzione nell'utilizzo delle risorse e da una scarsa conoscenza delle stesse direttive adottate dall’azienda». «Dopo la nota fornita dalla Assl di Sassari a mezzo comunicato stampa - sottolinea Gianfranco Satta - sono aumentati i dubbi rispetto a una procedura che, pare evidente, è ben lontana dalle regole basilari che guidano la gestione delle Amministrazioni pubbliche. A seguito di ulteriori approfondimenti, in queste settimane abbiamo potuto riscontrare che le criticità vanno ben oltre quello che si poteva immaginare».
«Oltre alla procedura amministrativa adottata dalla Assl di Sassari che non rispetta le regole dettate dal codice degli appalti né le indicazioni fornite dall’Ats Sardegna, la finalità stessa dell’hot-spot risulta in piena contraddizione con le circolari ministeriali e le linee guida adottate dalla Regione per contrastare la diffusione della pandemia. Viene evidenziata, inoltre, la totale assenza di coordinamento tra Ats Sardegna e le unità sanitarie locali nelle scelte rivolte al contenimento delle infezioni e persino l'assenza di autorizzazioni per l'attivazione del punto di soccorso e terapia Covid nel complesso di Rizzeddu. Manca inoltre il documento di valutazione dei rischi obbligatorio per le leggi vigenti sulla salute e sicurezza nei posti di lavoro. Insomma, un disastro sotto tutti i punti di vista. Alla luce di questi fatti – conclude l'esponente progressista - riteniamo che il commissario straordinario abbia dato piena dimostrazione di non essere all'altezza di poter dirigere la Assl di Sassari specialmente nel contesto pandemico che stiamo vivendo, che ha visto proprio Sassari come territorio maggiormente colpito dalla pandemia in Sardegna».