ALGHERO - «Ricordo ai colleghi della maggioranza che è in essere una crisi politica che perdura ormai da troppo tempo e rispetto alla quale è necessaria una presa di posizione netta, definitiva e pubblica da parte di tutti. Questo significa giocare a "carte scoperte", senza se, senza ma, senza forse. Così come in maniera chiara onestà e rispettosa verso il sindaco e soprattutto la città, si vuole fare con queste poche righe. I nostri concittadini, cari colleghi, capiscono molto bene quale sia la situazione politica ad Alghero. È nel rispetto della loro volontà che intendiamo agire. Volontà che ci ha indicato al governo della città. A tutti noi. E, così come dovrebbe essere, con pari doveri, diritti, prerogative e strumenti per esercitare al meglio il nostro mandato. Ad oggi, passati ormai 2 anni, ogni gruppo consiliare (ma non tutti) ha a disposizione tali strumenti».
Parole dure, chiare e schiette quelle con cui Giovanni Monti, consigliere comunale del gruppo
Misto di maggioranza insieme a Monica Pulina, si rivolge ai colleghi di maggioranza ed agli algheresi, dopo l'assenza pomeridiana dalla Sesta Commissione (Bilancio) che ne ha decretato la chiusura dei lavori per mancanza del numero legale [
LEGGI] e alimentato malumori, turbolenze e attacchi tra consiglieri e gruppi di maggioranza. Un fatto in realtà non nuovo se si considera che la crisi si trascina ormai da diverso tempo ad Alghero. «In un sistema democratico la partecipazione della collettività al governo della città è esercitata attraverso il meccanismo della rappresentanza. Ma forse è più chiaro così - sottolineano Monti e Pulina - i cittadini hanno scelto un allenatore ( il sindaco) e 15 giocatori (i consiglieri). Non 13 giocatori e 2 riserve».
«E, paradossalmente, oggi accade che se si perde una partita si cerca di dare la responsabilità a chi non ha giocato neanche un minuto. Questo non è più accettabile. O, per essere ancora più chiari davanti alla città, basta fare gli "
alzapaletta"! Siamo stati eletti per governare, che è cosa diversa. Basta attacchi ingrati e immeritati. Che la città sappia! Un grido, un incitamento alla lealtà, alla condivisione e soprattutto alla chiarezza, nel rispetto della volontà popolare e delle aspettative rispetto al particolare momento storico. Nessuno sgambetto o ricatto al sindaco che, anzi, siamo certi ben comprende e apprezzerà la nostra lealtà nell'esprimere senza nasconderci, pubblicamente davanti al popolo che ci ha eletto. Solo la necessità di un improrogabile, definitivo chiarimento rispetto al ruolo dei consiglieri e del consiglio comunale che, ricordo è e rimane il massimo organo istituzionale» concludono i due consiglieri comunali del gruppo
Misto.