7 novembre 2021
Elisa a Barcellona ha trovato la sua seconda vita
Elisa Piseddu ha 30 anni e ha scelto Barcellona per vivere e lavorare moderatrice di contenuti per una nota applicazione social per il mercato tedesco. Una nuova protagonista per la rubrica "Alghero nel mondo"

ALGHERO - Elisa Piseddu ha 30 anni e ha scelto Barcellona come sua seconda casa perchè «è una città unica nel suo genere, accogliente, libera, creativa nel suo stile e di riflesso nei suoi abitanti; indiscutibilmente bella e accessibile, in un pieno fermento culturale che la colora sempre di nuove sfumature. È una città ricca di storia e allo stesso tempo aperta al futuro, d’avanguardia e sperimentazione. Non è solo un luogo da visitare, bensì anche da vivere grazie alle buone possibilità lavorative che offre. Per lo meno, così è stato per me». Elisa ha uno spirito cosmopolita e dal diploma in poi non si è più fermata: viaggio studio in Inghilterra per migliorare la lingua, Erasmus in Germania durante gli studi universitari in Mediazione Linguistica e Interculturale (all’Università di Sassari). E poi la capitale catalana, appunto, dove oggi ricopre il ruolo di moderatrice di contenuti per una nota applicazione social per il mercato tedesco. Ma prima è stata cameriera, babysitter, educatrice infantile, responsabile di case vacanza «perchè sono partita tante volte da Alghero e altrettante volte sono tornata, sempre per motivi di lavoro, studio e, ammetto, anche per nostalgia canaglia».
Una nuova protagonista per la rubrica del Quotidiano di Alghero: "Alghero nel mondo" con le storie di tanti concittadini che sono emigrati per cercare un lavoro, imparare una nuova lingua, dimenticare un amore e poi magari trovarne un altro. La rubrica è a cura di Giuliana Portas e Sara Alivesi che ogni domenica racconteranno una vita e una città diversa. E' incoraggiante sapere che ce l'hanno fatta, ciascuno con un proprio percorso e destinazione. E' emozionante sentire il loro legame con Alghero, attraverso un luogo o un ricordo.
A quanti anni sei partita da Alghero?
La prima volta a 18 anni.
Barcellona è stata la tua prima destinazione?
Sono partita tante volte da Alghero e altrettante volte sono tornata, sempre per motivi di lavoro, studio e, ammetto, anche per nostalgia canaglia. La prima volta a 18 anni, post diploma, ho trascorso parecchi mesi in Inghilterra dove ho avuto l’opportunità di lavorare e migliorare così la lingua inglese".
In cosa è cambiata la tua vita dopo il tuo trasferimento?
Dopo il mio trasferimento la mia vita è cambiata sicuramente in meglio. Mi ha dato prima di tutto una cosa fondamentale per la mia età che è la sicurezza economica. Non dipendere più dai genitori è davvero una gran cosa, è quel passo in più che ti fa capire che stai entrando nella vita adulta, con tutte le sue responsabilità e vantaggi, e che ti stimola a iniziare a dar forma al tuo futuro. Inoltre, svolgere un ruolo che garantisce una costante crescita professionale è molto stimolante e poter utilizzare le mie conoscenze pregresse come le lingue è davvero gratificante. Ultimo, non per importanza, parlare più lingue straniere mi ha consentito di iniziare anche un percorso di volontariato a cui tengo molto presso il Casal dels Infants, una ONG che lavora per garantire l’integrazione e l’inclusione di bambini, giovani e famiglie in situazioni di fragilità. Unire lavoro e passione rende la mia vita più piena e ricca di significato come piace a me.
Il giorno più bello della tua vita da espatriato?
Il giorno più bello è forse quello che ha segnato la mia autonomia: prendere in affitto, nonostante gli elevati costi, un appartamento tutto per me in uno dei quartieri più belli di Barcellona.
Se non fossi partita cosa avresti fatto?
Probabilmente mi sarei arrangiata come sempre, adattandomi a fare di tutto. Se c’è proprio una cosa che mi caratterizza è l’incapacità di stare ferma e la costante voglia di rimanere impegnata con qualsiasi cosa.
Cosa porteresti di Barcellona ad Alghero?
Se potessi, la multietnicità. Barcellona è una delle città più cosmopolite al mondo; è impossibile non avere amici o conoscenti che provengano da altri paesi. Questo ti aiuta ad aprire la mente, a scoprire culture differenti, a integrarti e a sentirti più parte del mondo. Oltre a ciò, Barcellona rientra tra le capitali europee preferite da coloro che appartengono al mondo LGBT. Le differenze e la diversità sono vissute con estrema naturalezza. Barcellona è una città estremamente accogliente e chiunque si sente a proprio agio di essere e di esprimersi al meglio.
È questo che porterei di Barcellona ad Alghero.
Cosa porteresti di Alghero a Barcellona?
Al contrario di ciò che avviene in altre città e borghi dove il sole tramonta sul mare, a Barcellona il sole scompare poco a poco dietro la montagna, esattamente dietro al Tibidabo. Inutile dire che...i tramonti su Alghero sono una delle cose piu' suggestive e che piu' mi mancano.
Hai mai pensato di ritornare ad Alghero?
Certo! In vacanza, perché la Sardegna e il suo mare sono unici al mondo, e naturalmente per rivedere i miei affetti familiari, i pochi amici di sempre e una bambina, Anna, alla quale ho fatto da baby-sitter per un anno e con la quale ho costruito un legame, un filo fatto di affetto e di emozioni.
Un incontro inatteso con un concittadino…
Mi è capitato! Ed è lì che mi sono resa conto di quanto a volte può essere davvero piccolo il mondo!
Se pensi ad Alghero la prima immagine che ti viene in mente…
La nostra bellissima muraglia e perche’ no, le panchine di sant’Agostino… punto di riunione con la migliore amica. Quante chiacchierate, dubbi e interrogativi sul futuro ci siamo poste in quelle panchine…
Dove ti vedi fra 10 anni...
Il futuro è per natura imprevedibile, ma non mi dispiacerebbe se fossi ancora qui a Barcellona.
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