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Romano Papa 28 marzo 2004
Elettrosmog, qui ci vuole un referendum popolare
Non ci si deve meravigliare se soltanto dopo la non gradita realizzazione delle antenne la gente scende in piazza a rimostrare la propria contrarietà
Elettrosmog, qui ci vuole un referendum popolare

Ho già più volte premesso di provare stima e affetto per il nostro Sindaco Tedde, non per niente l’ho votato. Pur tuttavia ora mi permetto di non condividere assolutamente la decisione sulla molteplice installazione delle antenne di videotelefonia in Alghero. Parimenti oso non condividere il suo risentimento (e qualche intimidazione) per le manifestazioni di giusta (secondo me), preoccupata e civile protesta messe in atto dalla popolazione, anche se nessuno di loro aveva fatto opposizione prima. Purtroppo, è cosa notoria ormai che la gente di qualsivoglia luogo non è avvezza a “spulciare” le varie decisioni pubbliche, che pur dovrebbero essere sempre visionate. Proprio per questo quando si vuole far “veramente” conoscere qualcosa, si provvede con qualunque altro mezzo: posta, radio, TV, manifesti, volantini e non ultimo il furgone con l’altoparlante. Però, poiché prima o poi le cose si vengono a sapere, non ci si deve meravigliare se, soltanto DOPO una particolare non gradita realizzazione, la gente rimostra.
Nel ribadire fermamente che una decisione di tale portata andava e va sottoposta a referendum, dal momento che anche questo istituto è previsto (art. 53 dello Statuto comunale), quale semplice cittadino algherese (quindi italiano) mi sono permesso quanto segue:
1) Mi sono procurato qualche delibera sulla questione;
2) Nella delibera 51 dell’11.09.2000, riguardante una “mozione su fonti di inquinamento elettromagnetico”, nell’allegato dell’allora minoranza ho trovato di già delle parole inquietanti: “forte preoccupazione”, “incertezza scientifica”, “garanzia standard ambientali”, “numerosi Comuni hanno vietato tali installazioni nei centri abitati”, “rimuovere quelli già installati nei pressi delle residenze e dei luoghi collettivi”… e nel successivo allegato degli allora Capigruppo della maggioranza ho trovato in risposta che: “l’installazione sarà consentita FUORI DALLE ZONE ABITATE, sia per le nuove antenne che per quelle già ubicate, impegnando l’Amministrazione ad individuare i siti in cui dovranno essere collocate”.
3) Nella ormai famosa delibera 45 del 18.12.2002 ho annotato che il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità (20 presenti: relazionerò in seguito) il Piano Generale del settore relativo all’inquinamento da radiofrequenze, Piano che ancora non conosco ma che prometto di divulgare appena posso. Ho sentito dire che si dovranno ubicare addirittura UNA DECINA DI ANTENNE IN CITTÀ.
4) Ho partecipato alle manifestazioni di Via Kennedy, ho visto i servizi in TV nel TG Alghero 5 Stelle, ho seguito ugualmente in TV gli interventi in proposito dell’Assessore Altea e del Sindaco Tedde e non ho condiviso il loro risentimento per delle “infamie” pronunciate dai dimostranti… io non le ho percepite e gradirei sapere quali possono essere state. Vorrei inoltre aggiungere che la dignità degli amministratori va sempre salvaguardata al pari di quella degli amministrati. Credo che la dignità sia uguale per tutti.
5) Se non ricordo male, la parola più “pesante” pronunciata in TV è stata del sottoscritto: “vergogna”, vergogna nel pensare che una città bella come Alghero sarà cosparsa da orrendi “alberi della cuccagna”, che, oltre che a disprezzarne l’estetica, andranno a tessere sulle nostre teste una “ragnatela” di onde elettromagnetiche, che non sono di certo terapeutiche.
Questo è in sostanza quanto mi risulta ed è fermamente il mio punto di vista. Se ciò può ritenersi infamante, è giusto che sia sottoposto alle conseguenze giudiziarie promesse. Ma di certo non fermerà ugualmente lo sconcerto dilagante ed il mio personale proposito di continuare a dettagliare una situazione pubblica che preoccupa. Spero di poterlo fare almeno fino a Giugno, al momento delle consultazioni elettorali, quando mi permetterò di consigliare agli “arrabbiati” la risposta valida da dare per poterci ancora e sempre considerare “attori primari” della vita cittadina. A presto!
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