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Antonio Burruni 29 marzo 2008
Elio Ledda, la storia di “Mister DeltaCoop”
Prosegue il ciclo degli incontri di “Ti racconto un’impresa”
Elio Ledda, la storia di “Mister DeltaCoop”

ALGHERO - «Ho sempre pensato che non sia mai importante la grandezza del problema, ma che sia importante la soluzione di ogni problema». Questa una delle pillole che Elio Ledda, uno dei creatori della Delta Coop, ha regalato ieri a quanti sono intervenuti, nella sala del Ristorante "Vicere", all’appuntamento con “Ti racconto un’impresa”, ciclo di incontri organizzati dall’Assessorato allo Sviluppo Economico del Comune di Alghero. Ledda ha ricordato la sua gioventù, vissuta nel quartiere della Pietraia, quando il problema era avere una bicicletta, il sogno era comprarla, ma la soluzione era costruirsela pezzo a pezzo. Una Pietraia quasi malinconica, con la Parrocchia unico punti di aggregazione e riferimento. Un quartiere cambiato quasi per niente negli ultimi venti anni, ingrandito nella zona turistica, soprattutto con le seconde case, ma sempre con gli stessi problemi. Con l’assenza di punti di aggregazione all’altezza dei tempi, che siano da stimolo e conoscenza. E dalla Pietraia, precisamente da Viale Sardegna, nel Febbraio del 1988, è partito il sogno “Delta Coop”, sette persone che si sono date da fare per trasformare la loro vita. Ora, i punti vendita in Sardegna sono quaranta (la metà dei quali nel Cagliaritano), ed i dipendenti sono quasi seicento. Ma Ledda e gli altri sei padri fondatori, anche se in ruoli diversi, continuano a lavorare nella società, cresciuta giorno per giorno ad Alghero. «Abbiamo subito avuto la capacità di fare un margine per sostenere i pagamenti, puntando su una posizione quasi di “cerniera”, tra il quartiere turistico e quello popolare, tra chi poteva permettersi una vacanza e chi invece doveva cercare lavoro. Poi, nel tempo siamo cresciuti nel mercato. Alcuni imprenditori hanno preferito aprire in periferia, alcuni piccoli commercianti, non ce la facevano più, e ci hanno offerto di venderci le loro strutture, chiedendoci, magari, un posto di lavoro per il proprio figlio. Noi abbiamo cercato quindi di migliorare le strutture già esistenti». Ledda, con un passato ventennale da infermiere, un’esperienza da sindacalista e con un hobby-prima fonte di guadagno nel campo della fotografia, ha l’idea dell’impresa come squadra, con ruoli precisi. «Padrone? La parola “imprenditore” mi piace di più. Così come i dipendenti, che io preferisco chiamare collaboratori». La Delta Coop ha quindi cercato di puntare sul prodotto locale, aiutando l’economia e consentendo di abbassare i prezzi senza diminuire la qualità. Sottolineando come l’assenza del Puc si faccia sentire, sia per i cittadini che per gli imprenditori, Ledda ha parlato di come sia importante che ci sia una dialettica forte tra imprenditori ed Istituzioni. «Tutti ci hanno aiutato a crescere» ha ammesso, ricordando anche l’importanza della comunicazione, migliorata sensibilmente grazie all’affiliazione al Gruppo Sisa.. Da qualche tempo, Ledda si è anche inserito con buoni risultati nel settore edilizio. «Per un imprenditore è normale cercare di inserirsi in tutti i settori e l’edilizia è un grande motore dell’economia locale. Noi – spiega – abbiamo iniziato perché ci sono stati offerti dei terreni convenienti alla Taulera. Terreni su cui altri non avevano creduto e che noi abbiano tenuto fermi per qualche tempo. Poi, abbiamo provato con le prime costruzioni, che sono piaciute, e così siamo andati avanti. Costruire ha sempre il suo fascino – spiega – il problema è poi mantenere. Anche per questo, ho sempre dato spazio alle idee di tecnici ed esperti». Elio Ledda da un consiglio ai giovani che vogliono intraprendere la strada dell’imprenditoria. «Questa città ha ancora molto da offrire. Bisogna cercare di capire cosa si può fare. La forza sta in noi. Gli altri, eventualmente, ti aiutano se vedono che l’idea è buona. Magari oggi è solo un hobby, al quale si dedicano poche ore, ma domani potrebbe diventare un lavoro». Ledda è però critico quando si parla di rapporti tra imprenditori. «Manca il confronto. Gli imprenditori algheresi si parlano poco. E’ sbagliato, perché dalla condivisione di idee nasce un’ottima idea. Da idee singole, invece, possono anche nascere buone idee, ma non nascerà mai la migliore idea possibile». Insomma, sono necessari tavoli di intrapresa, per far crescere e migliorare i settori economici locali, per un cambiamento della mentalità imprenditoriale algherese.

Nella foto: Elio Ledda e Gianfranco Becciu



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