Con la pubblicazione della delibera last-minute della Giunta Solinas, il presidente del Consiglio regionale uscente, l´algherese Michele Pais esulta per il risultato. E sulla localizzazione di Mamuntanas che sta facendo discutere in queste ore, esprime perplessità, preferendo la struttura alla Taulera
ALGHERO - «Alghero avrà il nuovo ospedale. Se ne parla da oltre 20 anni senza che nel passato si sia arrivati a concretezza. Oggi è realtà». Il presidente del Consiglio regionale uscente, l'algherese Michele Pais, esulta per quello che definisce un risultato storico e non nasconde la soddisfazione dopo che la Giunta regionale, seppur last-minute con la delibera del 23 febbraio, ha ufficialmente avviato l'iter per la costruzione dei nuovi ospedali di Alghero e Sassari.
Giunta che ha affidato alla
Asl 1 di Sassari la redazione dell'iter progettuale, individuando le risorse necessarie ammontanti ad 800 milioni di euro, che sono coperti grazie alle risorse disponibili derivanti dall'Accordo Stato-Regione. «Nel frattempo comunque di un iter che naturalmente necessiterà di qualche anno alla costruzione ed entrata in funzione del nuovo ospedale, il Civile e Marino sono oggetto di importanti adeguamenti, anche nell'ottica di un loro utilizzo sanitario (hospice, ambulatori medici, residenze per anziani)» sottolinea Pais.
«La mia convinzione, per quando riguarda l'ospedale Marino, è che anche nel futuro debba continuare nella propria vocazione ortopedica, riabilitativa e di medicina della sport. Nessuno pensi a dismissioni o utilizzi diversi da quello sanitario» tiene a precisare Michele Pais. E sulla localizzazione di Mamuntanas scelta dalla Giunta Solinas su proposta della direzione Asl di Sassari che sta facendo discutere in queste ore - con l'ex sindaco
Mario Bruno che ha parlato senza mezzi termini di «Consiglio comunale e città svilita - esprime perplessità, preferendo la nascita della nuova struttura ospedaliera alla Taulera. «Ed in ogni caso - chiude - centralità al Consiglio comunale, insieme a Regione e Asl nella scelta».