Gli aiuti decisi dal Governo per fronteggiare l´aumento dei carburanti e le materie prime penalizzano la piccola pesca e determinano i presupposti di una concorrenza sleale. Grave difficoltà dell´intero comparto
ALGHERO – Continua la crociata contro il decreto varato dal Governo Berlusconi per fronteggiare l’aumento dei carburanti (Decreto Legge 3 luglio 2008, n.114) e l’esclusione della piccola pesca tra i beneficiari delle agevolazioni. Dopo la netta presa di posizione del Comitato Pescatori Nord Sardegna in rappresentanza delle marinerie di Alghero, Porto Torres, Castelsardo, Santa Teresa di Gallura e Bosa, che in una
lettera indirizzata al presidente del Consiglio e al Capo di Stato chiedevano una revisione urgente del decreto considerato iniquo e lesivo del principio della libera concorrenza, le proteste non si placano. «L’esclusione dalle misure della piccola pesca, pone i presupposti di una concorrenza sleale tra “poveri” – aveva rimarcato Giovanni Delrio - poiché l’aumento dei costi incide nella stessa, se non maggiore misura, nelle piccole barche che hanno marinai dipendenti imbarcati». Dello stesso tenore il consigliere regionale di Forza Italia Tore Amadu che auspica un’apertura delle agevolazioni finanziarie anche per i pescatori di piccola pesca non operanti con imbarcazioni a strascico. Amadu fa appello al Ministro e alla Regione, considerata finora assente, perché si adoperi con più celerità per far si che vengano estesi a tutte le imprese di pesca gli aiuti decisi dal Governo.