ALGHERO - L’Amministrazione Comunale si impegnerà ad interessarsi della causa intentata dal Comune di Alghero contro Rafael Caria, al fine di cercare di chiudere nel miglior modo possibile la questione. Questo il punto d’incontro tra Maggioranza ed Opposizione, trovato nella seduta di martedì. Il documento originario, è stato illustrato dal primo firmatario Valdo Di Nolfo, che ha sottolineato come la causa intentata non faccia ne giustizia alla sua figura ne onore al Comune, per un progetto non concluso per contrasti. Una causa, secondo il giovane consigliere, di poche migliaia di euro ed anche di difficile quantificazione. «Evitiamo ulteriori aggravi di spesa e dispiaceri agli eredi, ritiriamo la causa», ha concluso.
L’intervento dell’esponente di Alghero Viva è stato bollato con tristezza dal sindaco Marco Tedde come strumentalizzazione politica di una morte. Il primo cittadino, tenendo presente i meriti di Rafael Caria, ha ricordato come mai gli parlò di questa causa, nata sotto un’altra Amministrazione Comunale. «Non conosco i contenuti della causa – ha proseguito Tedde – ma deve continuare per la tutela dei cittadini». Il sindaco ha concluso sottolineando come il Consiglio Comunale non avesse legislativamente potere di chiudere una causa.
Gavino Tanchis è intervenuto per sottolineare come si aspettasse un gesto di eleganza e responsabilità da parte dell’Amministrazione. Per chiarire meglio il suo pensiero, ha fatto l’esempio della causa con la Sofingi, secondo lui transata, con conseguente perdita di circa un milione di euro persi per la città. Esempio falso, secondo Giancarlo Piras, che ricorda come, in quel caso, non si trattasse di transazione, ma di semplice sospensione. «Avrei voluto proporre di pagare noi consiglieri questa causa, ma non sarebbe rispettoso per la famiglia».
L’intervento di Marco Tedde è stato qualificato come meschino su una cosa del genere da Di Nolfo, che non pensava si arrivasse a questo. La risposta del sindaco è stata chiara. «Il dovere del Consiglio Comunale è fare un tentativo entro la legge e non entro i termini di questo Ordine del Giorno». Di conseguenza, è stato deciso di rimettere mano assieme al documento. Dopo un lungo conciliabolo in aula, i venti consiglieri presenti hanno quindi finito per approvare all’unanimità il documento corretto.