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Red 14 agosto 2009
Time in Jazz, gran finale con Ouiche Lorène
Domani a Time in Jazz la festa finale con Ouiche Lorène. Domenica il festival si chiude con gli ultimi appuntamenti. Ma lunedì e martedì la musica continua con Time in Sassari
Time in Jazz, gran finale con Ouiche Lorène

BERCHIDDA - Ultime, intense giornate per Time in Jazz: il festival diretto da Paolo Fresu nella sua Berchidda e in altri centri del Logudoro e della Gallura, sfoglia fra domani (sabato 15) e domenica le pagine conclusive della sua edizione numero ventidue. Ma non finisce qui: perché lunedì e martedì (17 e 18 agosto) ritorna (per il terzo anno consecutivo) Time in Sassari, "prolungamento" della kermesse berchiddese, quest'anno tutto all'insegna delle nuove proposte del jazz internazionale.

Ferragosto comincia quasi riprendendo il discorso della sera precedente: alle 11, nella Chiesa di San Michele, immersa nella campagna a pochi chilometri da Berchidda, è di scena infatti Angelique Kidjo, reduce dal concerto che poche ore prima l'avrà vista sul "palco centrale" del festival. La cantante del Benin si presenta all'appuntamento in versione acustica e accompagnata dalla sola chitarra di Rubens De La Corte: la situazione ideale per apprezzarne, a distanza ravvicinata, la splendida voce e la presenza scenica.

A precedere l'esibizione dell'artista africana, una lettura di Giancarlo Biffi, regista, autore, attore e scrittore, nonché co-fondatore e direttore artistico della compagnia teatrale Cada Die di Cagliari: “Marea - la Principessa d’acqua” è il titolo del suo racconto che descrive il peregrinare sulla terra di una fanciulla dal corpo acquatico, prima di potersi ricongiungere al suo luogo naturale, il mare. Una lettura in piena sintonia, dunque, con il leitmotiv di questa edizione di Time in Jazz all'insegna dell'acqua.

Al termine del concerto, si rinnova una ghiotta abitudine delle ultime edizioni di Time in Jazz: il pranzo tipico berchiddese, un'occasione per gustare i piatti della cucina locale e, naturamente, il vino simbolo di queste parti, il Giogantinu. Ma un'occasione anche per proseguire la raccolta di fondi per “Portatori d'acqua per l'Angola”, l'iniziativa a sostegno del progetto sull'accesso all'acqua in cui è impegnato in quel paese africano il COSPE (associazione partner di Time in Jazz in questa edizione del festival e attiva nella cooperazione per lo sviluppo dei paesi emergenti).

Si rimane idealmente in Africa col concerto in programma nel pomeriggio, alle 18, in un'altra chiesetta campestre, quella intitolata a Santa Caterina, sempre negli immediati dintorni di Berchidda. Protagonisti i Terakaft, anche loro - come la Kidjio - attesi al bis all'indomani dell'esibizione sul palco di piazza del Popolo. Chitarre, voci, basso e batteria per una miscela di blues, rock ed elementi della tradizione dei Tuareg, il popolo nomade nordafricano cui appartiene questo gruppo in arrivo dal Mali.

La serata di Ferragosto sul palco centrale di Time in Jazz, quello di piazza del Popolo, a Berchidda, è come sempre double-face: prima parte con un concerto con ingresso a pagamento, poi, tolte transenne e poltroncine, e aperte le porte a tutti, via alla festa finale del festival. Il francese sarà la lingua più parlata, perché entrambe le formazioni al centro dei riflettori provengono dall'altro versante delle Alpi.

Apre alle 21:30 la Cosmik Connection del sassofonista Gaël Horellou e del batterista Philippe Garcia, gruppo precursore dell’elettro jazz in Francia alla fine degli anni Novanta e ritornato in orbita nel 2006 dopo un break di quattro anni. C'è da attendersi un set energico, tra free jazz e drum’n’bass, con video di supporto: l'ideale per scaldare la piazza che nella seconda parte della serata si affollerà come sempre per la consueta festa finale, senza sedie né biglietti d'ingresso e, per una volta, senza il contorno dei fuochi d'artificio.

Il compito di menare le danze spetta ai dieci musicisti raccolti sotto le insegne di Ouiche Lorène, la stessa fanfara che ha inaugurato il festival - domenica scorsa - con la concertazione navale a bordo del traghetto della Sardinia Ferries, e che ha fatto poi da prologo ai concerti serali con le sue quotidiane parate musicali per le strade del paese. Sul palco con la loro conivolgente miscela di ska, funk e punk, Nico Bridier e Arnaud Fioravanti ai sassofoni, Boris Imberdis, Vincent Defossé e Guillaume Denoun alle trombe, Julien Rachedi al trombone, Etienne Exbrayat al sousaphone, Gregory Alazay al banjo, Bryce Tual al rullante e Mathieu Agnus alla grancassa.

Ma la musica continua anche dopo la festa finale. Intorno alla mezzanotte, al Museo del Vino, ultima uscita al jazz club per i Sept Amber Mood, il gruppo formato dai migliori allievi del Seminario Jazz di Nuoro dell'anno scorso.

Tre gli appuntamenti musicali in programma domenica (16 agosto). Si comincia alle 10:30 del mattino alla chiesa di Berchidda intitolata al patrono del paese, San Sebastiano, con “L’acqua e il Sacro”: una produzione originale di Time in Jazz che alla lettura dell’attore Sante Maurizi (della compagnia teatrale La Botte e il Cilindro di Sassari), affianca le sonorità dell’arpa della cagliaritana Marcella Carboni (che sarà poi tra i protagonisti di Time in Sassari, lunedì 17, in duo con la cantante Elisabetta Antonini).

A mezzogiorno, al Museo del Vino, si rinnova la consuetudine del concerto aperitivo che ogni anno presenta dal vivo a Berchidda la più recente produzione discografica di gruppi e musicisti sardi. Stavolta è il turno del Sunflower Quartet, formazione guidata dalla cantante Francesca Corrias (con Sandro Mura al piano, Filippo Mundula al contrabbasso e Pierpaolo Frailis alla batteria), fresca di debutto per l'etichetta S'Ard music con l'album “Frattale”.

Altra presentazione in programma, quella di “Wine Sound System”, il nuovo libro del dj “enogastrofilosofo” Donpasta (al secolo Daniele De Michele): storie vere e da immaginare, pensieri e riflessioni seguendo il filo che unisce il vino alla musica.

A sigillare questa ventiduesima edizione di Time in Jazz, scende nuovamente in campo il “padrone di casa” Paolo Fresu, stavolta in coppia con il batterista Philippe Garcia (Cosmik Connection): “Tra monti, mari e laghi” il titolo scelto per questa produzione originale ambientata alle 18 nel contesto acquatico del Rio di Silvani per dare l'arrivederci al pubblico di Time in Jazz.

Insieme alla musica va in archivio la rassegna di documentari sull'acqua curata dal regista Gianfranco Cabiddu: domani (sabato 15) al Nuovo Cinema Comunale si proietta l'ultimo film in scaletta (ore 16), "One Water", di Sanjeev Chatterjee e Ali Habashi: girato in quindici nazioni diverse per un totale di cinque anni di lavorazione, porta sullo schermo la magia del rapporto tra l’uomo e l’acqua, fonte di vita e di purificazione spirituale nelle più diverse religioni, a volte motivo di contagio e di morte, troppo spesso nelle mani di pochi. Dall’India all’Ungheria, dagli Stati Uniti al Kenya, tante storie diverse con l’acqua come protagonista, e un inquietante interrogativo: cosa stiamo facendo perché questo bene arrivi anche alle generazioni future?

Chiudono i battenti domenica (16 agosto), invece, i vari eventi espositivi del P.A.V., la sezione del festival all'insegna delle arti visive. Nei suggestivi spazi della vecchia Casara si potranno ancora visitare le due mostre dedicate alla sperimentazione visiva contemporanea. A cura di Laura Barreca, “Aqua” presenta installazioni, fotografie, sculture, videoproiezioni e videoinstallazioni site-specific di Francesco Arena, Andrea Aquilanti, Bianco-Valente, IABO, Claudia Losi, Emanuele Lo Cascio, Loredana Longo, Raffaela Mariniello, Cesare Pietroiusti, Giulia Piscitelli, Pietro Ruffo e Maurizio Savini, Marinella Senatore, Giuseppe Stampone.

Curata da Giannella Demuro, guarda invece alla produzione isolana “The sense of water”, con opere di Giusy Calia, Giulia Casula, Erik Chevalier, Fabiola Ledda, Pinuccia Marras, Valentina Medda, Nero Project, Gianni Nieddu, Pastorello.

All'ex Caseificio “THE MIDDLE SEA. Suoni e Visioni dal Mediterraneo”, a cura di Claudia Zanfi, propone un viaggio tra città, territori e abitanti attraverso opere video di artisti provenienti da paesi diversi per storia, cultura, società, ma tutti uniti dalla comune radice mediterranea. La stessa che caratterizza "Il mare profuma le strade dell'isola", la mostra curata dalla direttrice del MAN di Nuoro, Cristiana Collu, video e fotografie di Leonardo Boscani, Anne Deleporte e Pierluigi Dessì.

Pittura, video, installazioni sonore e meccaniche in "BabelFish - We prefer diving", la mostra curata da Pinuccia Marras e Narcisa Monni e dedicata ai giovani talenti emergenti: Elisa Desortes, Nicola Caredda, Andrea D’Ascanio, Paolo Pibi, Enrico Piras, Antonio Sini & Teresa Pintus, Carlo Spiga.

A Casa Sanna infine, chiude la mostra fotografica “Fuori di palco” che racconta in oltre seicento scatti i luoghi, gli artisti e il pubblico di Time in Jazz visti dall’obiettivo di Roberto Cifarelli.
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