Luigi Coppola
24 agosto 2009
Ad Alghero i Pooh per l´ultima notte
Un lungo viaggio di emozioni fra ricordi, lacrime, con le canzoni che hanno fatto innamorare due generazioni d´ italiani

ALGHERO - Un lungo viaggio di emozioni fra ricordi, lacrime, con le canzoni che hanno fatto innamorare due generazioni d' italiani. Fuochi pirotecnici e luci straordinari. Il file rouge dello show: il congedo da Stefano D'Orazio. “..Chi fermerà la musica quelli che non si sbagliano quelli che non si svegliano..” Dopo due ore e mezza abbondanti di show, la musica dei Pooh, lascia un messaggio chiaro ad Alghero: non finirà.
Continuerà a cantare nelle voci, nel cuore di milioni di fan e simpatizzanti, italiani e non, che per due generazioni e passa ne hanno reso culto e storia, nella musica popolare nazionale. Il concerto al Festivalguer 2009, organizzato da Sardegna Concerti ha lasciato sabato 22 agosto, una memoria indelebile. 46 brani in scaletta per oltre 150 minuti di show, cadenzato dagli applausi calorosi dei quattromila accorsi in arena. Esplosa in boato alle 21.35 quando i sempreverdi fantastici quattro sono comparsi sul palco, preceduti da un gioco impressionante di luci.
“..Aiutami anche tu a non buttarmi via..- sono anni senza fiato e vado via..” - recitano i versi del primo brano in scaletta, “Anni senza fiato” (1982). Una scelta non casuale, per uno spettacolo, pensato originariamente per una mini tourneè e tramutato in endorsement al congedo di Stefano D'Orazio, al suo ultimo tour (di ben trentotto date che culmineranno a fine settembre a Milano) nella storica formazione. “..E' arrivato il momento di scendere, insistere è una cosa poco onesta..ci lascio il mio cuore, grazie vi voglio bene...” - il batterista, che aveva sostituito nel 1971 Valerio Negrini, spiega al suo pubblico, i motivi della sua scelta. Legata probabilmente anche all'età, “..alle soglie dei 60, se tolgo le ore trascorse ad attendere i bagagli in aeroporto, ne ho poco più di 20..”.
Seppure appesantito, rispetto all'atletica forma fisica dei colleghi, sistemato in un palchetto superiore, un metro sopra i suoi compagni, domina batterie, tamburi e percussioni, con l'energia e la bravura che lo distinguono fra i primi nel mondo. Il concerto per l'amico che lascia, ha una dorsale emotiva che facilita il ”riavvolgere il nastro un po'..” nei tanti successi racchiusi in decine di album. Così a meta concerto il piano solo di Camillo “Roby” Facchinetti, saluta ancora con “Domani” (tratto da Ascolta 2004) Stefano che, in completa tenuta bianca, lo abbraccia a fine esecuzione.
L'intatta cristallina voce del tastierista evoca i noti falsetti nei must “L'ultima notte di caccia”, “Il Cielo è Blu sopra le nuvole”, “Che vuoi che sia”. Non mancano una entrata acustica né un pezzo vocale, le corde del quartetto: Red Canzian ai bassi elettrici, il più funambolico e ballerino, e Dodi Battaglia, l'unico che indossa calzoni neri. C'è una sezione in rosa che scalda a mille (con le effusive dediche di Red) i cuori delle signore e ragazze, presenti in platea. Un fuoco di fila per il gentil sesso con : “Donne Italiane”, “Cercando di te”,“L'altra donna” e “La mia donna” mentre “La Donna del mio amico” e “Tanta voglia di lei” completano i bis, quando il pubblico è tutto in piedi in un ideale abbraccio fisico.
C'è anche buona musica strumentale, risposta sul campo, ad una critica anni '70 che li relegava alla produzione di “canzonette” (ricorda Dodi). Così “Viva” (1979) prolunga i soli strumentali sino ad una tirata conclusione col botto. Scenografia computerizzata al perfetto accordo sincrono fra luci e fuochi pirotecnici. E proprio l'effetto scenico al fulmicotone, deve colpire pure i musicisti (indomiti sotto le lampade fluorescenti) che sbavano l'unico brano che segue, “Il Giorno prima”, dissociato di una tonalità, rispetto alle musiche.
Sempre cariche di energia e supportate dai cori del pubblico nelle canzoni mito “Uomini Soli”, “Dammi solo un minuto”, “Noi due nel Mondo e nell'anima”. Non può mancare il promo dell'album, in uscita al termine della torneè e che le dà il titolo “Ancora una notte insieme”. “E' irripetibile questo concerto” ripetono a turno i Pooh. Lo è, perchè inevitabilmente cambierà la formazione. La loro musica rimane per tutti quelli che ancora la ameranno.
Nella foto: il concerto a Maria Pia
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