S.A.
8 marzo 2011
Cagliari-Pittsburgh per la ricerca
Si tratta di un importante studio sulle cellule epatiche, svolto da un ricercatore dell´Università di Cagliari in collaborazione con l´Università di Pittsburgh

CAGLIARI - Un gruppo di ricerca dell’Università di Cagliari è riuscito a ottenere epatociti a partire da cellule isolate dalla placenta. Si tratta di un importante passo avanti verso l’individuazione di una o più strategie, sicure e riproducibili, alternative al trapianto del fegato, ad oggi unica terapia possibile per la cura delle patologie epatiche.
L’assoluto rilievo della ricerca è confermata dalla recente pubblicazione dello studio sulla rivista Hepatology, una delle più autorevoli in questo campo. Purtroppo non è facile ottenere cellule epatiche: allo stato attuale, l’unica fonte sicura sono gli stessi fegati che sono così preziosi per chi è in attesa di un trapianto d’organo, per cui ne è preclusa la loro utilizzazione a scopo “sperimentale”. L’idea di utilizzare cellule della placenta, ed in particolare della membrana amniotica, nasce dal fatto che questo tessuto, essendo anch’esso di origine embrionale, è costituito da cellule con notevole plasticità, ovvero in grado di differenziarsi in cellule di diverso tipo. Non ci sono poi in questo caso le problematiche di natura etica cui va incontro lo studio delle cellule embrionali.
Il progetto è nato dalla collaborazione con il Gruppo di Ricerca del Prof. Stephen Strom della University of Pittsburgh, negli Stati Uniti, dove il dr. Fabio Marongiu, autore dello studio, ha svolto due anni di ricerca grazie al programma Master and Back sponsorizzato dalla Regione Sardegna. Ora il dr. Marongiu prosegue i suoi studi nell’équipe e nei laboratori del Prof. Ezio Laconi, e attualmente svolge la sua attività grazie ad un assegno di ricerca. Il progetto proseguirà con l'identificazione delle condizioni migliori per il differenziamento delle cellule placentari in epatociti.
Nella foto: il rettore Giovanni Melis
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