Nel documento viene espressa la contrarietà dell´opposizione all´«aumento immotivato» dell´imposta, e chiede al Sindaco la rettifica totale del provvedimento
ALGHERO - «Gli esorbitanti ed ingiustificati aumenti della citata tassa penalizzano i bilanci familiari in un momento di particolare crisi economica che sta colpendo la nostra città, i cui livelli di disoccupazione risultano essere ai massimi storici». Così, recita la mozione sulla
Tarsu, tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, presentata dai consiglieri del Pd Gavino Tanchis (primo firmatario), Enrico Daga, Matteo Tedde, Gavino Scala, Franco Calvia e Nina Ansini; e che segue le proteste di
Sinistra Ecologia e Libertà e dei
cittadini nella rete.
Nel documento viene espressa la contrarietà dell'opposizione all'«aumento immotivato» dell'imposta, come deciso nella delibera del Consiglio Comunale del 22.04.2010 atto n. 216, e definito indispensabile dall'assessore alle Finanze Michele Pais in un'
intervista al Quotidiano di Alghero. «Aumenti richiesti - si legge nella mozione - pari all’ 81% (per ciò che concerne l’agro e le borgate) e al 30% (nell’area urbana), non hanno alcuna logica e rispondenza con la qualità del servizio offerto, i cui standard qualitativi risultano palesemente scadenti». Una lievitazione dei costi che secondo gli esponenti del Pd supererebbe «il tasso di inflazione annua», oltre ad essere discordante rispetto agli annunci di ridurre i costi «quale premio per i risultati raggiunti per la raccolta differenziata».
Sarebbe sufficiente dicono Tanchis e compagni: «una efficace lotta alla evasione della tassa, accertamento che dovrebbe essere eseguito dalla municipalizzata Secaal che, evidentemente non esegue a dovere». Sulla base di queste premesse il gruppo consiliare Pd chiede «una totale rettifica» e un aumento generato solo sulla base dei parametri Istat, nonché «un efficiente controllo nei confronti della Società Aimeri (che gestisce l'appalto ndr) affinchè il servizio venga espletato secondo i parametri previsti nella gara di appalto».
Nella foto: Gavino Tanchis e Matteo Tedde