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A.B. 24 marzo 2011
Lavoro: Cisl chiede un confronto col Governo
Il Comitato Esecutivo della segreteria sarda del sindacato, rilancia l’urgenza di un confronto a livello nazionale e di una maggiore efficienza ed efficacia della Regione
Lavoro: Cisl chiede un confronto col Governo

CAGLIARI - Cinque le principali richieste della Cisl sarda, ribadite nella riunione del Comitato Esecutivo della Cisl sarda tenutasi ieri a Tramatza, per affrontare i problemi drammatici della crisi economica e sociale, sia sul versante delle emergenze aziendali che delle strategie necessarie alla nuova fase di crescita della Sardegna.

Il primo riguarda l’efficienza programmatica ed attuativa da parte della Regione Autonoma della Sardegna, dunque la maggiore capacità di spesa oggi per la gran parte bloccata da problemi di diversa natura, attinenti comunque ad un'inefficienza politica e burocratica; la definizione della vertenza sulle entrate in grado di acquisire tempestivamente le risorse finanziarie da parte dello Stato e indispensabili a garantire gli investimenti per lo sviluppo e il lavoro; la rinegoziazione del patto di stabilità, pure esso causa del blocco della spesa a livelli ormai insostenibili; la riapertura del confronto tra Governo, Giunta Regionale e parti sociali per affrontare con una strumentazione operativa un programma di rilancio del sistema produttivo e agroalimentare dell’Isola; il trasferimento delle risorse del Fondo per le Aree Sottoutilizzate per recuperare alcuni divari, anche sul versante infrastrutturale, con le regioni del Centro Nord; l’accordo tra la Giunta Regionale e le parti sociali per un piano straordinario per il lavoro.

Il Comitato Esecutivo della Cisl sarda, ha sottolineato in tutti gli interventi e nella relazione del segretario generale Mario Medde, l’urgenza che il Governo riapra il tavolo di confronto a Palazzo Chigi e che la Giunta Regionale, nel mettere in campo la necessaria efficienza ed efficacia, per quanto di sua responsabilità, si adoperi per far sì che il Governo rispetti gli impegni assunti nei confronti dell’Isola. I ritardi e le inadempienze sono ormai tanti e cronicizzati. Proprio nel celebrare i centocinquanta anni dell’unità d’Italia, è bene ricordare che molti dei problemi che vive l’Isola riguardano l’incrinatura e la rottura del patto costituzionale sul versante delle pari opportunità tra la Sardegna e le altre regioni: il divario relativo al costo dell’energia, il mancato riconoscimento dello stato di insularità, i maggiori costi dei cittadini e delle imprese sulla mobilità delle persone e delle merci, il gap delle infrastrutturazioni materiali e immateriali.

Quindi, il Comitato Esecutivo della Cisl regionale, ritiene che tutti questi problemi possano essere affrontati e positivamente risolti solo se lo Stato onora i suoi impegni storici e se, nel contempo, la Regione sa andare oltre i propri ritardi ed inefficienze. Il sindacato ha più volte dichiarato (accordo del 4 giugno del 2010 con la Giunta Regionale) la propria totale disponibilità ad un patto sociale che responsabilizzi tutti i soggetti delle rappresentanze economiche, sociali ed istituzionali. Il tempo non è una variabile indipendente nella soluzione dei problemi dello sviluppo ed anche gli accordi diventano credibili solo qualora la Regione inizi ad attuare quanto ha sottoscritto, e se lo Stato si fa carico di rispettare, attraverso gli atti del Governo, i diritti di cittadinanza dei lavoratori e dei pensionati dell’Isola. Questi ultimi attendono che venga loro assicurata una vita maggiormente dignitosa con la difesa del proprio reddito previdenziale e con il miglioramento dei servizi socio-sanitari.

L’Esecutivo regionale del sindacato, ritiene inoltre indispensabile, per riaprire il confronto Stato-Regione-parti sociali, un’unitaria iniziativa di mobilitazione a Roma, perché venga pagato quanto dovuto sui trasferimenti erariali e tributari e perché riparta la trattativa sui punti più urgenti di un accordo di programma per lo sviluppo produttivo dell’Isola e per rifinanziare il nuovo piano di rinascita.
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