Red
17 febbraio 2005
Associazioni ecologiste chiedono chiusura miniere a Muros
Muros, un piccolo centro che - al pari di molti altri in Sardegna - ha visto gran parte del proprio territorio e del proprio tessuto ambientale, economico e sociale degradato o distrutto da un´attività che avrebbe portato ricchezza soltanto allo speculatore di turno

MUROS - Le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d´Intervento Giuridico hanno chiesto al Presidente della Regione on. Renato Soru che la Giunta regionale, al termine del procedimento di valutazione di impatto ambientale dichiari la "non compatibilità ambientale" del progetto di coltivazione mineraria della Caolino Panciera s.p.a. riguardo due cantieri minerari di 15 ettari entro la propria concessione mineraria di 180 ettari in loc. Cane Chervu, San Leonardo, Su Padru in Comune di Muros (SS). Infatti, incredibilmente, giunti in dirittura d´arrivo di un procedimento di V.I.A. lungo più di due anni ed avviato soltanto dopo innumerevoli azioni legali ecologiste, manifestazioni popolari dell´intera popolazione di Muros, iniziative parlamentari in sede comunitaria, il Servizio S.I.V.E.A. dell´Assessorato regionale della difesa dell´ambiente ha comunicato (nota n. 44166 del 24 dicembre 2004) alle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d´Intervento Giuridico che l´Organo tecnico istruttore (O.T.I.), nella seduta del 7 aprile 2004, ha dato "giudizio di compatibilità ambientale favorevole parziale e condizionato" per il solo cantiere di estrazione mineraria in loc. San Leonardo. Il Servizio S.I.V.E.A. ha accordato ben tre integrazioni della documentazione a supporto dello studio di impatto ambientale della Società mineraria, avendolo già giudicato nel giugno 2003 "inadeguato sotto l´aspetto programmatico, progettuale e ambientale": dopo la prima inadeguata integrazione, invece, vi sarebbe dovuta essere una definitiva pronuncia di "non compatibilità ambientale" (deliberazione Giunta regionale n. 36/39 del 2 agosto 1999, allegato B, punto 2.9). Il procedimento di V.I.A., dove il soggetto che intende realizzare interventi che hanno un forte impatto sull´ambiente e sul territorio (come quelli minerari) deve "mettere le carte in tavola", è stato il momento in cui le associazioni ecologiste, le amministrazioni locali, i comitati cittadini possono intervenire anche sul piano formale per evidenziare argomenti e pretendere che siano motivatamente presi in considerazione. E così è stato per il caso di Muros, un piccolo centro che - al pari di molti altri in Sardegna - avrebbe visto gran parte del proprio territorio e del proprio tessuto ambientale, economico e sociale degradato o distrutto da un´attività che avrebbe portato ricchezza soltanto allo speculatore di turno. Grazie al le azioni legali (anche nel presente procedimento di V.I.A.) delle associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d´Intervento Giuridico, alle interrogazioni parlamentari dell´eurodeputata verde Monica Frassoni ed all´intervento della Commissione europea che ha aperto due procedure di infrazione per violazione della normativa comunitaria (2000-2002), la Regione autonoma della Sardegna ha inserito con la legge regionale n. 15/2002 le preventive procedure di V.I.A. e di "verifica preventiva" nell´iter per il rilascio delle concessioni minerarie e di coltivazione di cava, come è d´altra parte obbligo per normativa comunitaria e nazionale fin dal 1999. La popolazione di Muros, alla cui tenacia e determinazione esemplari si deve veramente molto in questa materia, con manifestazioni, petizioni, iniziative pubbliche ha contribuito fortemente a portare alla ribalta i gravi problemi determinati dalle attività estrattive senza il rispetto delle condizioni ambientali ed economico-sociali.
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