Monica Caggiari
12 marzo 2005
Giacomo Spissu: la democrazia passa per la libertà d’informazione
Il presidente del Consiglio regionale: «I giornalisti devono tenere la schiena dritta, ma anche la politica deve contribuire affinché si porti avanti un processo democratico, che permetta al giornalista di svolgere serenamente il proprio lavoro, fornendo pesi e contrappesi per agevolare al massimo la democrazia dell’informazione»

ALGHERO - Gli Stati generali dell’Informazione in Sardegna hanno accolto durante la seconda parte dell’incontro l’intervento del Presidente del Consiglio regionale, Giacomo Spissu, il quale ha voluto riassumere nel suo discorso quanto è emerso durante l’importante summit sul giornalismo. «Penso che ci sia una consapevolezza profonda sul fatto che l’informazione sia un potente mezzo per la democrazia e che la democrazia e la liberta dell’informazione siano in realtà sinonimi». Il livello di liberta è quindi stato al centro del discorso dell’autorevole voce regionale, che ha ravvisato nell’informazione un potere straordinario, un potente strumento d’organizzazione istituzionale, per conquistare il potere politico. Tuttavia è accaduto di frequente, secondo Spissu, che l’informazione sia diventata un modo per conquistare il potere per riuscire così a “manipolare le coscienze”. Il politico ha così segnalato che, proprio per questo motivo, è importante che la categoria si organizzi e intervenga su questo versante, ricordando che: «Certo, i giornalisti devono tenere la schiena dritta, ma anche la politica deve contribuire affinché si porti avanti un processo democratico, che permetta al giornalista di svolgere serenamente il proprio lavoro, fornendo pesi e contrappesi per agevolare al massimo la democrazia dell’informazione».
Poi è arrivato il momento del conflitto d’interessi, definito un terreno scivoloso, dai meandri ancora indefiniti e per il quale è necessario creare leggi ad hoc: «La Regione può e deve lavorare per definire meglio la questione e per approntare una legge che affronti il tema dei conflitti d’interesse, in generale. Il problema non è il conflitto d’interesse di Soru imprenditore e ora Presidente della Regione, il problema è generale, più vasto e riguarda varie categorie».
Dopo aver lasciato il tema dei conflitti d’interessi, Spissu è passato alla questione del precariato, l’argomento più grave dibattuto durante quest’importante confronto della categoria. «Chi è precario avrà sempre difficoltà a lavorare serenamente, senza subire pressioni dall’alto. Inoltre è evidente che lavorare per tre mesi per poi riaffrontare forse di nuovo la disoccupazione elimina ogni certezza sul futuro».
Dal discorso sul precariato Spissu è passato alla questione del Corerat, l’organismo che dovrebbe fornire garanzie nelle comunicazioni e che di recente è stato rinnovato, ma che l’associazione della stampa identifica come obsoleto auspicando l’istituzione Corecom. Spissu ha specificato che è un comitato necessario, rinnovato per legge, che «siamo costretti a tenere in piedi perché siamo in ritardo rispetto ai tempi per il Corecom», poi ha ribadito quanto già comunicato nei giorni scorsi: «La seconda commissione consiliare continua ad occuparsi della questione e presenterà una proposta di legge discussa e sottoscritta da tutti i membri». In conclusione ha quindi confermato la totale concordanza con il fatto che gli enti e le istituzioni regionali debbano avere degli uffici stampa integrati, con contratti lontani da quelli ancora largamente utilizzati, che “inscatolano” l’addetto stampa ancora nella deplorevole situazione di precariato. L’attesa della categoria è ora concentrata sul passaggio dalle parole ai fatti.
Nella foto: Giacomo Spissu
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