I commenti a margine della partita Fertilia-Olbia sono stati caustici, ma nessuno ha rilasciato dichiarazioni ufficiali sulle manovre di recupero dei due giocatori dalle squalifiche
ALGHERO - Il fine partita di
Fertilia - Olbia trascorre con il "terzo tempo", fra una spianata ripiena e un bicchiere di birra. Ma sotto sotto c’è un venticello di stupore che pervade lo spazio antistante lo spogliatoio del Mariotti. Riguarda quando appreso dalle pagine della Nuova Sardegna, che in mattinata (domenica) aveva "scoperchiato" una furbata messa in campo da Olbia e Porto Torres.
Tutto parte dalle squalifiche degli Olbiesi Siazzu per 3 terni e di Manis per 2 turni ereditate dalla scorsa stagione. Come fare per riavere i due giocatori prima possibile disponibili? Presto detto e fatto: tesserarli con un’altra squadra che incomincia prima il campionato. Accordo – sempre secondo la Nuova Sardegna – fra Olbia che “cede” i suoi due gioielli pro tempore e Porto Torres che accoglie i due. Comincia il campionato di serie D, due turni d’anticipo rispetto all’Eccellenza, e la "furbata" si consuma con tanti saluti alla sportività, al fair play e al rispetto degli avversari.
Manis "sconta" le due giornate di squalifica e si schiera in porta contro il Fertilia, , Siazzu invece guarda dalla tribuna la partita e domenica prossima sarà regolarmente in campo. Entrambi erano due giocatori del Porto Torres, quindi regolamento alla mano non vi è nulla da eccepire. Oggi sono tornati a Olbia. Il bello, o il brutto a seconda dei punti di vista, è che parrebbe che i due giocatori non abbiano mai indossato la maglia rosso blu. Ed è stato proprio su questo che il commento è stato sarcastico, in considerazione del fatto che da parte dello staff dell’Olbia non c’è stata alcuna smentita pubblica.
E a fine partita in molti hanno commentato la questione, anche se le domande ricorrenti degli addetti ai lavori sono state fatte a microfoni spenti. Nessuno si è voluto esporre nel puntare il dito accusatore, nessuno ha voluto rilasciare dichiarazioni nel merito. Solo un silenzio, rumoroso e fragoroso, grande quanto l’accaduto. E chissà se la giustizia sportiva avrà modo di vederci chiaro e capire, per evitare che si continui a pensare che il mondo del calcio, a tutti i livelli, compreso quello dilettantistico, pensato e dichiarato immune, non sia anch’esso contaminato dal marcio che lo pervade.