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Antonio Piga 30 ottobre 2012
L'opinione di Antonio Piga
Ora la politica non può sbagliare
<i>Ora la politica non può sbagliare</i>

ALGHERO - Sembra che le società cosiddette avanzate producano più rischi che ricchezza. L’assunto è sorretto e tangibile nella società odierna sarda che, intrapresa e percorsa la via dello sviluppo – seppur con tanti falsi successi e autentici insuccessi – attraverso rocamboleschi interventi statali (vedi Casmez e Piani di Rinascita), si trova oggi a dovere affrontare ed interpretare, una realtà vittima del processo di industrializzazione. Viviamo ormai in una società che non può più fare a meno di oggetti che probabilmente molti anni fa nemmeno credevamo potessero nascere, basti pensare che siamo passati dalle tavole di Mosè ai tablet di ultima generazione capaci di interagire con noi fino a tenerci ore ed ore incollati allo schermo; un grande salto tecnologico, capace di soddisfare i nostri più bizzarri capricci, ma anche di trovare moderne soluzioni in funzione delle nostre esigenze.

Lo sviluppo della Sardegna, avviato sull’idea di una modernità che si presentava come avvincente e avveniristica, ha plasmato la nostra società, creando individualizzazione e, in taluni casi, perdita d’identità. Oggi questi processi sono amplificati ed evidenziati dal fenomeno della disoccupazione, dalla crisi, dalla perdita del posto di lavoro. Inquinamento e degrado ambientale, disoccupazione e sottoccupazione, crisi dei mercati finanziari, della politica, della società in genere, che grazie alla globalizzazione diventa crisi
planetaria, hanno generano, inoltre, paure e incertezze diffuse. E’ il campanello d’allarme dei cosiddetti Paesi ricchi e sviluppati; sono problematiche che ciascuno è chiamato ad acquisire e a valutare e che entrano ormai quotidianamente nelle case della gente e alimentano la
coscienza collettiva. Si afferma quindi, o meglio si rafforza, quella percezione dei limiti posti agli esseri umani non più "padroni dell’ambiente", non più "scultori della natura", ma "ospiti" di un "sistema a rischio" e quindi da salvaguardare, proteggere, difendere.

"Il brutto nella trasformazione del territorio è irreversibile" e forse la brutta trasformazione dei nostri spazi sociali, dei luoghi che viviamo, dell’aria che respiriamo etc, hanno acceso la spia rossa – forse in tempo – per renderci conto degli effetti devastanti del nostro egoistico agire sociale. Oggi, l’opinione pubblica mondiale è senza dubbio più sensibile ai problemi che deve affrontare e collabora attivamente attraverso diverse iniziative prese dalle varie amministrazioni pubbliche al fine di risolvere – almeno in parte – alcuni dei problemi che affliggono la nostra società, tout court. Tutti segnali che fanno ben pensare in un futuro migliore, quanto meno in un futuro nel quale, i nostri figli, cresceranno con la cultura del rispetto e pienamente consapevoli di far parte di un insieme biologicamente equilibrato. Pertanto, sopravvivenza dell’uomo e del pianeta si uniscono energicamente in un unico fuoco visivo e formano un’unica consapevolezza che pone al centro un unico obiettivo comune:
diversificazione degli investimenti attraverso nuove forme di produzione in campo ambientale e in quello delle energie rinnovabili.


E’ grazie a questa nuova presa di coscienza che ha origine un nuovo modello teorico di sviluppo che prende in considerazione, dunque, anche l’impatto ambientale. Nasce la “Green economy” e con questa, anche la domanda che molti si possono porre: ossia che significato ha questa nuova forma dell’economia in quanto essa è un’espressione entrata a fare parte del nostro lessico corrente solo di recente. Alla luce delle
esperienze pregresse appare evidente come questa nuova espressione generi una qualche diffidenza e perplessità. Qualche anno fa, la green economy, era riconducibile per lo più ad avventure imprenditoriali di
nicchia; oggi la green economy, rappresenta un nuovo punto di partenza per qualsiasi politica di sviluppo. Secondo questa prospettiva, dunque, la chimica verde prevede il passaggio da un sistema economico basato
esclusivamente sulla petrolchimica a una scelta tecnologica basata su un crescente utilizzo di prodotti vegetali che per natura sono rinnovabili, biodegradabili ed hanno un positivo bilancio sulla produzione di
CO2, generalmente meno tossici. All’orizzonte quindi si intravede una nuova frontiera che trasformerà il vecchio polo chimico di Porto Torres, in un’area green leader a livello internazionale, nella produzione di
prodotti biodegradabili di origine vegetale.

La Rivoluzione “verde” della chimica, si basa dunque su una serie di scelte produttive mirate, volte a ridurre i costi energetici, la quantità di sostanze impiegate, l’utilizzo di materie prime naturali e rinnovabili, alla ricerca di microrganismi in grado di svolgere – in modo naturale – le reazioni chimiche al fine di sostituirle con composti puliti, riducendo così anche gli scarti di lavorazione inquinanti. Imperativo questo, figlio dello sviluppo sostenibile, ovverosia del modello di crescita che assicura a una generazione di avere le
risorse necessarie per vivere senza negare alla generazione successiva la stessa possibilità e che impone una conversione delle tecnologie più vecchie e quindi pericolose, in processi più sicuri, ecologici, di conseguenza più puliti.

Insomma, la chimica verde sembra essere una soluzione possibile ai problemi economico-sociali della Sardegna. Un progetto avveniristico che convertirebbe senza false perplessità (come quelle manifestate
dall’Isde) il sito turritano nel più grande Polo Verde d’Europa e che rappresenta una grande opportunità non solo per i risvolti occupazionali, ma anche per le possibili interazioni con i settori dell’agricoltura (anche di quella a “chilometro zero” che conforta Sel), della ricerca e dell’innovazione. Potremmo assistere, dunque, alla fusione tra forze esogene e forze endogene, sicuramente in grado di dare importanza a tutto il territorio, restituirgli quel ruolo centrale che la Sardegna occupa nel Mediterraneo e consentire di ritagliarsi un ruolo centrale anche in Europa. La politica questa volta non può sbagliare!



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