Monica Caggiari
1 luglio 2005
Gran Gala dello Sport, ad Alghero si è discusso di "diritti televisivi, informazione e di quale mercato ha lo sport italiano all’estero”
Durante il dibattito che si è tenuto stamani, 1 luglio, presso il Carlos V hotel, si sono alteranti numerosi operatori ed esperti del settore, che durante il dibattito, mediato dal giornalista Carmelo Alfonso, hanno espresso pareri, in buona sostanza simili, in merito allo sport e alle potenzialità, soprattutto del calcio italiano, di espandersi, a livello televisivo, anche in ambito internazionale

ALGHERO - La quinta edizione del “Gran Gala dello Sport” si è aperta ufficialmente stamani con un convegno incentrato sul tema “Diritti televisivi–Informazione, quale mercato ha lo sport italiano all’estero”. Dopo i saluti degli organizzatori e del sindaco Tedde, si sono alteranti numerosi operatori ed esperti del settore, che durante il dibattito, mediato dal giornalista Carmelo Alfonso, hanno espresso pareri, in buona sostanza simili, in merito allo sport e alle potenzialità, soprattutto del calcio italiano, di espandersi, a livello televisivo, anche in ambito internazionale. Punto cruciale dell’incontro è stata la questione dei diritti di trasmissione in chiaro come prerogativa esclusiva del servizio pubblico, ovvero quel groviglio creatosi attorno alle partite dei prossimi mondiali (ma anche già, in proiezione, per quelli del 2010).
Per la Rai sono intervenuti Nicola Cona e Michele Giammarioli, rispettivamente amministratore delegato di Rai Trade e direttore acquisti sportivi Rai, che hanno rilevato, da un lato l’esigenza di ridimensionare l’importanza, oggi quasi sacrale, del calcio, per tornare al bel calcio di una volta, che, appunto d’altro canto, deve poter raggiungere tutte le fasce di una popolazione eterogenea, per la quale non sembra più necessaria l’esclusiva Rai. Inoltre vi è stato un appello alle sinergie tra emittente pubblica e tv private, per ridurre quella che è stata definita “indecenza dei costi” per i diritti di trasmissione, al fine di favorire l’esportazione “televisiva” dei nostri sport.
Sulla base di una prerogativa simile si sono mossi anche i referenti di Sky. Sia Tullio Camiglieri sia Massimo Corcione hanno sottolineato l’estrema competizione che si è sviluppata attorno alla questione dei diritti. Il primo, direttore comunicazione istituzionale Sky, ha criticato la procedura, tutta italiana, nelle scelte delle trasmissioni che hanno l’obbligo di essere mandate in chiaro, segnalando la sua incomprensione per quel meccanismo di “economia del calcio”, che ancora tende a proteggere il monopolio della tv di stato, sebbene in Italia non vi sia più un’unica emittente televisiva.
Più impostato sulla questione quasi morale l’intervento del condirettore di Sky sport, Massimo Corcione, che ha lamentato la poca disponibilità da parte degli stessi sportivi, più che altro dei calciatori, di entrare in contatto col pubblico. Una chiusura inammissibile, fatta di silenzi stampa e no comment, quella descritta dal giornalista, che certo non rende appetibile il nostro “prodotto” per le tv straniere, abituate ad atleti che condividono col pubblico e con le tifoserie, in clima di “mutuo rispetto e attenzione”.
Sulla poca attenzione verso altri sport, se non quando si vince, si è mosso il giornalista del Corriere dello Sport Piero Torri, che ha amaramente evidenziato come l’attenzione ricevuta dal calcio e da alcuni calciatori sia eccessiva, soprattutto a causa degli eventi negativi e sgradevoli legati più al denaro che al sano agonismo, noti a tutti, che ultimamente hanno deturpato e svilito il nostro sport nazionale.
Mite, ma comunque incisivo l’intervento di Victor Carrera, responsabile estero di Tv3 Barcellona, che ha sostenuto i pareri espressi dai precedenti relatori: lo sport deve ritrovare un codice etico da condividere con chi ha il compito di diffonderlo per tv. «Occorre – così Carrera – incrementare l’attenzione verso i valori originari, in un clima che favorisca così l’avvicinamento tra la gente e lo sport, tenendo un po’ più lontano lo sport dagli interessi economici».
Nella foto (da sinistra): Tullio Camiglieri, Carmelo Alfonso, Nicola Cona
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