«Credo che l’interesse sia dovuto – spiega il commissario tecnico della nazionale italiana - perché la Sardegna in questi ultimi anni sta dimostrando una crescita continua nella pallacanestro»
ALGHERO - «Ringrazio per il contesto e l’accoglienza che come Federazione abbiamo avuto qui ad Alghero e che c’è in Sardegna in generale». Davanti ai microfoni di Alguer.it esordisce così Simone Pianigiani, commissario tecnico della nazionale italiana, giunto ad Alghero per il “Sardinia Basketball Coaches Clinic 2013”.
«Credo che l’interesse sia dovuto – spiega Pianigiani - perché la Sardegna in questi ultimi anni sta dimostrando una crescita continua nella pallacanestro. Non solo per i risultati della Dinamo, ma per il modo con qui appunto la società di vertice si approccia. L’equilibrio che ha, le iniziative ed il sostengo che ha in tutta la Sardegna. E per tutto quello che è stato organizzato: le partite della nazionale, i tornei estivi con le più grandi squadre di club, manifestazioni internazionali giovanili, di minibasket. C’è un entusiasmo, vero, tangibile, sano, positivo, con valori veri e quindi è bello essere qui per parlare di pallacanestro».
«È un primo momento di un’attività che poi vorremmo proseguire durante i mesi un po’ su tutto il territorio italiano, per coordinare tutti i vari settori, per far si che ci sia una linea unica dalla formazione dei più piccoli fino al più alto livello possibile», spiega il commissario tecnico della nazionale, sottolineando come «il primo passo credo sia bello farlo qui e che sia anche giusto e doveroso».
Pianigiani approfitta della presenza di Datome, per analizzare il momento del basket italiano ed il rinnovato interesse proveniente da oltreoceano. «Dobbiamo essere contenti, orgogliosi di questi ragazzi, di quello che vanno a fare, perché sono uno spot positivo per i bambini più giovani. Perché hanno inseguito un sogno, perché l’hanno realizzato, lo hanno fatto con grande passione e dedizione. Questi sono ragazzi che tengono anche alla maglia azzurra, hanno sempre la grande disponibilità a rimettersi in gioco. Nel cercare di adattarsi e noi dovremo aiutarli in questo, supportarli perché nei mesi di preparazione si riadattino ad una pallacanestro europea. Cerchiamo di far si che si possano coltivare solo gli aspetti positivi e non ci sia nient’altro di cui non essere contenti. Bello che molti guardino a questi ragazzi anche dall’altra parte del mondo. Cerchiamo di far si che la nazionale diventi anche lei un’espressione di bel gioco, di questo entusiasmo e di crescita».