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S.A. 5 novembre 2013
Parco Porto Conte: visita guidata nella storia
Al via il ciclo di domeniche d’autunno al museo della memoria della colonia penale di Tramariglio. Domenica prossima visita con uno dei protagonisti di quel periodo storico: l’agente di custodia Peppino Pisoni
Parco Porto Conte: visita guidata nella storia

ALGHERO - Sarà uno dei protagonisti di quel periodo storico a fare da guida per un giorno al museo della memoria della colonia penale di Tramariglio inaugurato a luglio in quella che è oggi la sede del Parco naturale regionale di Porto Conte, Casa Gioiosa. L’eccezionale visita guidata si svolgerà domenica prossima 10 novembre alle ore 11. E ad accompagnare i visitatori lungo le celle della colonia di Tramariglio sarà il cavalier Peppino Pisoni, ex agente di custodia che nel gennaio del 1960 fu tra i protagonisti del ritrovamento dello sfortunato collega Giuseppe Tomasiello ferito a morte da un detenuto fuggiasco.

L’area museale è infatti, dedicata alla memoria di questo agente di custodia che purtroppo morì proprio a causa delle ferite riportate durante l’evasione del detenuto Edoardo Corsi. Saranno un paio d’ore d’intense emozioni attraverso le quali coloro che si recheranno in visita a Tramariglio potranno ascoltare le vicende della vita all’interno della colonia penale da chi le ha vissute in prima persona. Naturalmente particolare enfasi sarà rivolta al racconto dell’evasione del detenuto Edoardo Corsi costata la vita dell’agente di custodia Tomasiello. All’inizio della visita infatti è prevista la proiezione di due brevi videoclip che raccontano quel periodo.

La realizzazione del museo è stato resa possibile grazie ad uno straordinario progetto di recupero degli archivi di un ex carcere recuperato ed allestito da dei detenuti in articolo 21. Il carcere nasce nel 1941 come centro di rieducazione e segregazione dei detenuti inserito nell’ampio programma di colonizzazione del territorio già sperimentato altrove in Sardegna. Per vent’anni, l’area è stata utilizzata per ospitare complessivamente circa 5.000 detenuti che sotto sorveglianza lavoravano nei campi e la sera facevano ritorno al villaggio ed in particolare alla Diramazione Centrale. Nel 1963 l’Amministrazione Penitenziaria abbandonò tutti gli stabili e trasferì nelle diverse carceri della Sardegna e in Italia i detenuti, gli agenti di custodia e tutti coloro che vi lavoravano. Da allora, l’insieme delle strutture ha subito un generale degrado dovuto all’abbandono, ancora oggi piuttosto evidente in molti edifici mai più utilizzati. La struttura dove è ospitata la sede del Parco è stata recuperata grazie ad un finanziamento della Regione Sardegna, con vincolo di destinazione d’uso a sede del Parco e dal 2007, vi sono stati localizzati gli uffici dell'area protetta.

Per dare anche un'anima al luogo il Parco ha da subito progettato la nascita di un museo del carcere e da oltre un anno è attivo un progetto di recupero degli archivi (che erano stati abbandonati negli scantinati umidi del carcere di San Sebastiano, in condizioni di forte degrado). Tutto questo grazie al lavoro quotidiano di 6 detenuti che, dopo specifico corso di formazione, hanno lavorato quotidianamente presso la sede di Tramariglio per poi fare rientro la sera nel carcere di San Sebastiano. E’ stato fatto veramente un imponente lavoro di ricerca di documenti, fascicoli e articoli delle cronache del tempo, pulizia, scannerizzazione e archiviazione del materiale, che ha fatto riemergere tutta la storia umana inedita di Tramariglio: ritmi di vita dei detenuti, storia delle evasioni, racconti sulle attività lavorative, la vita sociale dei secondini, lettere, poesie, racconti, ecc. Ad oggi sono stati ripuliti, schedati ed esposti 1190 registri e 290 fascicoli (corrispondenti a 52 metri lineari di documentazione) e si sta redigendo un elenco informatico delle unità, propedeutico al riordino virtuale delle serie archivistiche.

Nella foto: Giuseppe Tomasiello
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