Mauro Carboni
24 gennaio 2014
L'opinione di Mauro Carboni
La sanità nel Sassarese va ripensata
In Sardegna, secondo le normative sulla sanità, ben 14 ospedali con meno di 120 posti letto ritenuti “Inefficienti e fonte di sprechi” verranno chiusi e messi in attesa di essere “convertiti in quelle strutture per la riabilitazione e per la lungodegenza” che scarseggiano.
Per la provincia di Sassari gli ospedali sono 3: Ospedale di Ozieri con 118 posti letto, Ospedale Marino con 43 posti letto e il Presidio Ospedaliero de La Maddalena con 30 posti letto.
Per quanto riguarda la sanità locale abbiamo avuto un ridimensionamento di alcuni reparti da struttura complessa a struttura semplice, come la Dialisi (fiore all'occhiello della sanità algherese) e l'Oncologia, l'Ortopedia che occupava due piani dell'Ospedale Marino è ora tutta in un unico piano, la chiusura del reparto di Artroscopia e l'eventuale chiusura del reparto di Ostetricia (con conseguente chiusura del nido) in quanto non si sono raggiunti i 500 parti annui.
Da tenere in considerazione che l'Ospedale Civile è ancora in fase di ristrutturazione e che, una volta ultimata, questa comporterà la riduzione di posti letto, così come previsto dalla legge.
Alghero non ha un reparto di lungodegenza e a causa del sovraccarico del reparto di Medicina, i pazienti in più vengono trasferiti nella struttura di Ittiri, con i suoi pro e i suoi contro per pazienti e paranti.
Da non dimenticare anche la carenza del personale medico e paramedico che una volta andato in pensione non viene sostituito in quanto i concorsi pubblici sono bloccati e quelli che vengono assunti sono a tempo determinato, facendo sì che capiti che il paziente non fa in tempo a “conoscere” il suo medico che se lo vede cambiare dopo poco e viceversa.
Tutto questo mentre per gli uffici amministrativi, il consultorio, la logopedia, l'ufficio di igiene degli alimenti pagano l'affitto nei locali di via Sanzio e a volte, come nel caso dei locali dell'ambulatorio di pneumologia con ingresso in via Vittorio Emanule, si pagano affitti per luoghi non idonei a causa di locali con barriere architettoniche, senza finestre e quindi senza ricambio d'aria e conseguente aumento del rischio di contagio e sopratutto situati in un palazzo abitato con altri evidenti rischi quando si devono trattare pazienti affetti ad esempio da tubercolosi.
Trasferire questi servizi nella struttura dell'ospedale marino sarebbe una soluzione che permetterebbe di risparmiare sui costi, e offrirebbe al tempo stesso un servizio decisamente migliore e più sicuro per i pazienti. E questo fa venire in mente una domanda: ma c'era davvero bisogno di tutti questi tagli o le risorse, a guardar bene, si potevano trovare?
*candidato con la lista Sinistra Sarda alle regionali in Sardegna
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