«La Finanziaria è inaccettabile, il governo ci ascolti». La Provincia di Sassari affila le armi in vista dell’assemblea nazionale dell’Unione delle Province italiane. Lo fa con un ordine del giorno promosso dalla giunta, in cui viene ribadita la necessità di pretendere da Roma «la ripresa del confronto con le Province, mai chiamate a concertare e condividere gli obiettivi di risanamento e di sostegno allo sviluppo». Nei giorni scorsi il testo è approdato in aula e ha fatto il pieno di consensi. Un’approvazione all’unanimità che, al di là di ogni valutazione politica sulla ritrovata compattezza della maggioranza e sul senso di responsabilità dell’opposizione, suona come una clamorosa bocciatura per la Finanziaria. All’assemblea generale delle Province d’Italia, che andrà in scena a Napoli dal 28 al 30 novembre, si discuterà de “L´Italia delle Province: ambiente, turismo, scuola e occupazione”. Ma ci sarà spazio per confrontarsi anche su una manovra finanziaria che l’Upi contesta duramente. «Nessuno vuole sottrarsi ai vincoli di contenimento della spesa pubblica», recita il testo votato dal Consiglio. Ma di fronte a una finanziaria che «impedisce agli enti locali di programmare gli interventi» e che «lede la loro autonomia finanziaria», Sassari chiede che «dal patto di stabilità siano escluse le spese di investimento». Una necessità, per il presidente della Provincia, Alessandra Giudici, perché «questa finanziaria amplifica gli effetti del patto di stabilità e ci impedisce di utilizzare l’avanzo di bilancio che si trova nelle nostre casse». Ecco perché contestare quei provvedimenti che «minacciano la nostra capacità di sostenere gli investimenti già programmati», insiste l’assessore alle Finanze, Franco Borghetto. Pieno sostegno alla crociata promossa dall’Upi, ma l’ordine del giorno rimarca anche «una forte e convinta adesione alla battaglia intrapresa da Soru e da tutta l’isola per la restituzione delle mancate entrate fiscali». Una presa di posizione netta e univoca, «a sostegno dei diritti che Roma, ancora una volta, vuole negare ai sardi».