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Raffaele Cadinu 22 aprile 2014
L'opinione di Raffaele Cadinu
La seconda mano del belvedere Balaguer
<i>La seconda mano del belvedere Balaguer</i>

Il 23 ricorderemo Giuni Russo intitolandoLe di “seconda mano” il belvedere Balaguer. Nelle proprie inefficienze…, l’Amministrazione di Alghero, in questo caso l’Ufficio Toponomastica, non è nuova a queste trovate, esistono infatti in città due vie Pacinotti, due vie Enrico Fermi due vie Alessandro Volta e diversi altri doppioni, badate bene…, in luoghi diversi e distanti! Ma come è stato possibile? vi domanderete!, eppure l’Assessore alla Toponomastica, quello dei doppioni viari, era contemporaneamente anche membro dell’ASI, ed infatti proprio a San Marco vi sono i doppioni delle vie, così oltre ai postini diventano scemi anche gli utenti, che si vedono recapitare la posta indirizzata senza colpa allo stesso indirizzo ma dell’altra identica via.

Appare assolutamente normale allora dedicare la stessa piazza a due soggetti distinti in due tempi differenti. Quindi in assenza di nuove opere pubbliche da inaugurare ecco che la macchina amministrativa si inventa l’ennesima autocelebrazione, dedicando un luogo già dedicato, ora in decadenza, ad un’artista fenomenale, di indubbia bravura, dotata di una voce sublime e purtroppo dimenticata quando era ancora in vita proprio dalla città che ha decantato e cantato.

La stessa città che per autocelebrarsi, in mancanza di nuove opere pubbliche gli dedica una piazza già dedicata, comprensiva di uno sbalorditivo rudere murato, immagine della propria inefficienza, e reso appositamente inaccessibile per gli eventuali occupatori di abitazioni. Mi viene da distinguere allora tra due tipi di diseredati, e cioè quelli che purtroppo non hanno casa e occupano anche i ruderi inabitabili e quelli che occupano altri tipi di posti e che non hanno il buon senso di verificare se un luogo sia consono da dedicare ad una persona estremamente sensibile quale è Giuni Russo, artista dotata di una voce rara e potente e al tempo stesso di una delicatezza estrema e che ha dedicato tutta la sua vita all’arte della musica.

E allora il 23 aprile potremmo vedere, in mezzo a molti senza colpa, la sfilata dei diseredati del secondo tipo in tenuta da autocelebrazione, con tanto di taglio di nastro a pochi passi dalle altre ringhiere fuorilegge per il momento senza transenne, vicino al giardino inaccessibile ai disabili posto sopra il rudere murato, frutto della medesima decadenza culturale e tecnica propria del secondo tipo di diseredati: quelli privi del buon senso e che oramai pervadono le Amministrazioni delle nostre città e che inaugurano opere pubbliche decadute costruite con i nostri soldi.
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