ALGHERO - È riapparso insieme al miraggio di un turismo d’elite. Il volto di Edward Baroudi, il finanziere libanese innamorato dei litorali di Porto Conte, è spuntato nuovamente oggi. Ha assistito insieme al figlio, all’incontro organizzato dalla Regione per illustrare la cartografia relativa alla proposta di pianificazione varata dalla giunta Soru. La presenza dell’ imprenditore alla conferenza disertata dall’amministrazione comunale, dimostra un’attenzione ancora viva per le coste algheresi, dove Baroudi ha trovato la giusta collocazione del suo paradiso terrestre per miliardari in vacanza. Evidentemente l’affarista non ha ancora messo da parte i suoi appetiti su Porto Conte, manifestati per la prima volta negli anni ’60 e poi ripetutamente nel corso degli anni. Sempre in qualche modo respinti dalla classe dirigente che ha saputo mantenere intatto il patrimonio costiero della Riviera catalana. L’ultima volta, Baroudi si era rifatto vivo nel dicembre 2003, quando aveva lasciato in Comune un fascicolo da 100 pagine contenente “Porto Conte Golf Resort”, un affare da mille metri cubi di cemento per un totale di 12mila posti letto extra lusso spalmati su 300 ettari di terreni a partire dalla Pineta Mugoni sino alle pendici di Monte Doglia. Come sempre anche in quel caso, la sua ricomparsa aveva diviso le coscienze nella classe politica e imprenditoriale e tolto il sonno alle associazioni ambientaliste. Ma il master plan dell’imprenditore libanese è sempre rimasto in un cassetto. Si pensava ormai chiuso per sempre. Invece l’attenzione con cui Edward Baroudi ieri mattina ha seguito le dettagliate spiegazioni sulle disposizioni urbanistiche regionali che riguardano il territorio algherese, testimonia che l’interesse ad investire sui litorali di casa nostra, è tutt’altro che tramontato.

Nell'immagine una foto di Edward Baroudi negli anni '70