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M. P. 16 settembre 2014
Una campagna sulla plastica in mare all’Asinara
Una campagna di misura sulla plastica in mare nel Santuario Pelagos per raccogliere dati sull’inquinamento determinato dalle microplastiche. Ricerche anche nel golfo dell´Asinara
Una campagna sulla plastica in mare all’Asinara

PORTO TORRES - Una campagna di misura sulla plastica in mare nel Santuario Pelagos per raccogliere dati sull’inquinamento determinato dalle microplastiche. Ieri l’incontro aperto al pubblico, presso la sala Filippo Canu, dei ricercatori italiani e francesi del progetto Plastic Busters per illustrare la crociera di studio sull’impatto delle materie plastiche sull’ambiente marino iniziata l’8 settembre e che si concluderà il 18 a bordo della nave oceanografica Astrea di proprietà dell’Ispra (l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale),all’interno del Santuario Pelagos.

Al convegno organizzato dal Comune di Porto Torres in collaborazione con l’Ente Parco Nazionale dell’Asinara, erano presenti l’assessore all’ambiente Gavino Gaspa, Maria Cristina Fossi dell’Università di Siena, Francois Galgani di Ifremer (l’istituto francese di ricerca per l’esplorazione del mare) Francia, Teresa Romeo dell’Ispra e Gian Luca Idini del Parco nazionale dell’Asinara. Nel corso dell’incontro sono stati illustrati gli obiettivi della spedizione "Plastic Pelagos" dalla dott.ssa Fossi che ha affrontato il tema “Monitoraggio della presenza e degli effetti dei rifiuti galleggianti sugli organismi marini del Mar Mediterraneo: la spedizione scientifica nel Santuario Pelagos”, una missione che ha toccato le aree più sensibili del Mediterraneo: partenza dal porto di Livorno, per toccare La Spezia, Genova, San Remo, proseguendo poi per i porti della Corsica, l’Asinara, e infine Elba e Capraia.

Ogni gruppo di ricerca, grazie al supporto della nave oceanografica Astrea specializzata in attività di ricerca nell’ambiente marino, avrà l’opportunità di raccogliere dati sulla presenza delle plastiche nel Mediterraneo, uno dei mari più impattati dall’inquinamento da plastica e dove come ha spiegato Francois Galgani, si trovano quantità impressionanti di microplastiche, che rappresentano la maggior parte dei rifiuti presenti nel mare (bottiglie di plastica, flaconi di detergenti e le buste di plastica). Indiscutibili sono anche le ripercussioni che la discarica marina genera sull'ambiente, sull'economia e sulla fauna marina. Infatti l'ingestione di rifiuti è tra le cause principali della morte delle tartarughe marine. Senza contare l'impatto delle microplastiche che, ingerite direttamente o involontariamente dalla fauna marina, entrano nella nostra catena alimentare, come ha sottolineato Teresa Romeo dell’Ispra. I ricercatori del progetto pilota Plastic Busters, stanno approfondendo le indagini sugli organismi sentinella, verificando in particolare l’incidenza di sostanze come ftalati, inquinanti organici persistenti (POPs) e metalli pesanti sui tessuti di pesci, molluschi, tartarughe. La missione di Astrea mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e gli operatori commerciali, industriali e turistici.



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