Paolo Calaresu
8 settembre 2003
Chi brucia un bosco distrugge parte di sé stesso
La piccola testimonianza fatta da uno come tanti che ama questi posti favolosi e che mai vorrebbe vederli così irrimediabilmente danneggiati

Il 28 Agosto 2003, percorrendo in bicicletta con alcuni miei amici un tratto di strada, fra Alghero e Villanova Monteleone, mi rivolgevo ad uno di loro dicendo: questo lo chiamiamo il “frigorifero” perché improvvisamente attraversando la zona si modifica repentinamente la temperatura. Questo dovuto alla fitta vegetazione e agli alberi di quercia che facevano del posto una meravigliosa testimonianza della natura.
Quella zona è il tratto che, purtroppo, a poche ore di distanza, sarebbe andato in fumo per l’incendio ormai tristemente noto a tutti noi. L’altro giorno ho ripercorso lo stesso tratto perché, speravo, fosse stato risparmiato dal fuoco. Non è stato così, e non nascondo il mio profondo disagio nel vedere tanto scempio fatto dal fuoco. Ora “a freddo” penso che quanto visto sia sufficiente ad affermare che, (a parte il dispiacere e il rimpianto per un bosco che non potrò più ammirare) sia da mettere in evidenza un aspetto che deve far riflettere tutti noi: chi distrugge deliberatamente questi luoghi (è talmente evidente la matrice dolosa dell’incendio), distrugge parte di sè stesso oltre che di tutti, non esistono certo parole che possano far capire la gravità del danno che è stato causato al territorio. Queste non sono frasi fatte ma la vera realtà delle cose, immaginiamo quanto costerà a tutta la comunità mettere rimedio a tale danno.
È una piccola testimonianza fatta da uno come tanti che amano questi posti favolosi e che mai vorrebbe vedere così danneggiati e, che i danni causati dal fuoco nel bosco di Villanova Monteleone e Scala Piccada, non abbiano più a verificarsi, per l’incredibile gravità avvenuta che io ritengo un atto di puro terrorismo paragonabile ad avvenimenti tristemente noti in tutto il mondo.
Nella foto: uno scorcio del desolante paesaggio lasciato dal fuoco
|