S.I.
29 novembre 2014
Anche Sassari contro Abbanoa «Non paghiamo la bolletta»
Monta la protesta dei sardi contro Abbanoa. Si accende a Sassari un nuovo focolaio di "rivoltosi" nei confronti dell´azienda che fornisce l´acqua. E´ l´associazione Adms a dire a chiare lettere:«Noi non pagheremo la bolletta»

SASSARI - Monta la protesta dei sardi contro Abbanoa. Si accende a Sassari un nuovo focolaio di "rivoltosi" nei confronti dell'azienda che fornisce l'acqua. E' l'associazione Adms a dire a chiare lettere: «Noi non pagheremo la bolletta». Abbanoa gli ha inviato la bolletta di deposito cauzionale dell'acqua di 959,46 euro. «Noi siamo un’associazione onlus di volontariato, il nostro consumo totale relativo al periodo giugno 2012 novembre 2014 è di 11 metri cubi, regolarmente pagati, ci finanziamo con i nostri soldi e con il nostro lavoro. Per questo siamo attenti ai nostri consumi».
L'associazione spiega poi i motivi secondo i queli non puà pagare il deposito. «Ulteriori 91 euro per un metro cubo di acqua è assurdo, tanto è lo sproposito; non possiamo pagare un deposito cauzionale di 1000 euro per un consumo cosi modesto; la nostra missione è quella di difendere i diritti, non solo dei diabetici e dei celiaci, ma di tutte le persone che per vari motivi ci chiedono conforto, sulla salute, sull'alimentazione e sull'attività motoria. Non quella di assicurare introiti gratuiti ad altri enti e infine pensiamo che l’acqua sia un bene comune e come tale deve essere accessibile a tutti».
A questo punto «che Abbanoa ci interrompa pure l’erogazione dell’acqua nella nostra sede, se questi sono i costi, siamo costretti a farne a meno. Ci organizzeremo diversamente. Filmeremo i soci diabetici e celiaci costretti a portare i bidoni per la poca acqua che consumiamo e distribuiremo i filmati a tutte le televisioni nazionali e internazionali, ai social network e alla stampa online». Infine l'associazione fa sapere che «comunicherà il distacco alla Procura e all’Organismo di Garanzia, al Ministero della Salute, della Giustizia e degli Interni». E poi il finale che fa capire il livello di guardia a cui siamo arrivati: «E questo è solo l’inizio, ci inventeremo tutte le forme possibili per difendere i diritti basilari».
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