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Sara Alivesi 2 febbraio 2015 video
Maestrale strapazza la Riviera: Adios spiaggia
Allarme erosione nelle coste algheresi. A rischio le spiagge in città, negli anni scorsi il fenomeno aveva danneggiato soprattutto le Bombarde. Lo sfogo di un operatore turistico. Le immagini della mareggiata al Lido


ALGHERO - «Non c'è soluzione perchè non c'è alcun problema» diceva Marcel Duchamp, un artista francese di fine '800. E sembra un po' essere la filosofia di tanta politica, dalle realtà locali a quelle nazionali. Senza scomodare Duchamp, infatti, è cronaca piuttosto recente la frase di Silvio Berlusconi che solo un paio di anni fa' negava la crisi in Italia dove «i ristoranti erano tutti pieni». Ma l'ex premier è in buona compagnia tra gli amministratori che preferiscono voltare lo sguardo davanti alle criticità, o mettere la testa sotto la sabbia che, rispetto all'argomento trattato, è la metafora più appropriata. Ad Alghero, negli anni, la pratica è stata mantenuta su molti disatri avvenuti o solo annunciati: dalla marea gialla all'erosione delle spiagge, appunto. Se sulla prima si è detto tanto e si è fatto poco o nulla, sulla seconda si tace e basta.

Invece, il progressivo e incessante moto del mare si sta mangiando lentamente e inesorabilmente una gran parte delle coste. A volte lo restituisce, a volte no. La natura si sa, è magnanima e matrigna. Ma ancora più grave è la quantità di arena dispersa durante l'anno, in particolare l'inverno, a causa del vento che batte sulla Riviera del Corallo. Quella è irrecuperabile, e inestimabile è la perdita. Da giovedì la città è scossa dal maestrale che andrà avanti almeno per una settimana. E' sufficiente fare un giro lungo il Lido per vedere gli ammassi di sabbia fino alle case che si affacciano sulla strada. Solo quando si accumula (in quantità esagerata) sul muro di Novelli viene recuperato con le macchine e carriole e rimesso sulla spiaggia (con dubbie modalità).

Negli anni scorsi, il fenomeno ha riguardato in particolare le Bombarde [GUARDA], ma la preoccupazione cresce per le spiagge cittadine, quelle che dal porto arrivano sino alla pineta di Maria Pia, una risorsa preziosa per una località balneare come Alghero. «E' un fatto di assoluta gravità perdere il nostro oro bianco. Si tratta di un problema che necessita di una soluzione immediata. Siamo anni che perdiamo sabbia e non si fa nulla per evitare questo problema» scrive un operatore turistico alla redazione di Alguer.it. Il suo è insieme uno sfogo e un campanello d'allarme che risuoni nelle orecchie degli organi competenti, primo fra tutti la nuova amministrazione comunale: «il mio lavoro, ogni anno mi permette di confrontarmi direttamente e di avere “feedback” in merito al proprio soggiorno ad Alghero con quasi mille turisti di ogni nazionalità e tutti concordano sulla bellezza, la comodità, la praticità di avere una spiaggia all’interno della città».

Le soluzioni emerse nei vari studi sono numerose e sono state sperimentate in varie altre parti d'Italia e Europa: alcuni propongono di immettere nel mare delle scogliere perpendicolari o parallele alla costa, in modo da fermare la sabbia che l'acqua trascina con se; altri propongono di stendere delle barriere sommerse, costituite da sacchi di plastica pieni di sabbia o ghiaia contro cui urta la forza delle onde, o di realizzarle esterne fatte di piante e siepi; altri rilanciano l'idea di muretti concavi; altri, infine, propongono di asportare la sabbia dalle coste in cui è ancora abbondante e di immetterla davanti alle spiagge in via di ritiro, di erosione. Nessuna ricetta è sicura: alcune hanno dato buoni risultati in qualche zona, ma sono fallite in altre. Uno dei casi più eclatanti è stato il ripascimento delle spiagge del Poetto a Cagliari dove è stata riportata sabbia non corrispondente a quella preesistente. Ad Alghero è arrivato il tempo di riportare l'attenzione nei tavoli giusti. A Sant'Anna era stato consegnato un "dossier" del Wwf esattamente un anno fa'[LEGGI], e nei mesi scorsi al Dipartimento di Architettura un esperto a livello mondiale di erosione, l'architetto Paulo David, aveva affrontato la questione con gli studenti del master internazionale “Waterscape designing settlements for sustainable coastal territories” [LEGGI]. Dalle proposte ai fatti: se no il vento oltre alle parole si porterà via anche le spiagge.




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