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S.A.
3 agosto 2015
Troppi casi in Pronto Soccorso Appello Asl Olbia a popolazione
La Asl di Olbia ha lanciato nei giorni scorsi un appello alla popolazione e ai turisti: “Un uso più appropriato dei Servizi sanitari consentirebbe di ridurre i tempi d’attesa al Pronto Soccorso”

OLBIA - Troppi codici bianchi e verdi al Pronto Soccorso: la Asl di Olbia ha lanciato nei giorni scorsi un appello alla popolazione e ai turisti: “Un uso più appropriato dei Servizi sanitari consentirebbe di ridurre i tempi d’attesa al Pronto Soccorso”.
«Siamo in allerta e l’ospedale di Olbia si trova sotto una forte pressione che si riversa su tutta la struttura ospedaliera, e quindi anche sul Pronto Soccorso», spiega il Commissario dell’Asl 2 Paolo Tecleme. Disidratazione, scottature causate da un eccessiva esposizione al sole, graffi, spine di riccio: sono questi i casi più comuni di “codici bianchi” e “codici verdi” lievi che, impropriamente, anche nell’estate 2015, si presentano nei Pronto Soccorso della Asl 2.
«Il 40% degli accessi giornalieri rientra in questi casi, episodi con scarsa dignità di trattamento da parte di un servizio di Urgenza-Emergenza, come il Pronto Soccorso; all’interno di questa percentuale, una buona parte è rappresentata da turisti che, impropriamente, si rivolgono alla nostra struttura per avere delle risposte che avrebbero potuto tranquillamente ricevere dalla Guardia Turistica», spiega Attilio Bua, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia.
Numeri che per il 2015 hanno già registrato un incremento, rispetto al 2014, che sfiora il 9%: dal 01 al 13 luglio 2015, all’ospedale di Olbia sono transitati 1.761 pazienti (contro i 1654 del 2014); a Tempio Pausania 670, contro i 608 del 2014; a La Maddalena 353 accessi, contro i 288 del 2014. In questi 13 giorni di luglio, sono quindi transitati nei pronto soccorso della Asl 2, 2.784 pazienti (contro i 2.550 del 2014), di questi oltre il 70% (213 codici bianchi + 1776 codici verdi) erano codici di bassa intensità di cure che avrebbero potuto ottenere risposte sanitarie, in tempi sicuramente più ragionevoli, dal medico di continuità assistenziale, come la Guardia Medica e quella Turistica.
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