Mariangela Pala
14 settembre 2015
Bonifiche, Piras (Sel): «non a nuove discariche a Porto Torres»
Il deputato di Sel, Michele Piras in una interpellanza urgente al Ministro dell’Ambiente, chiede di conoscere in dettaglio le caratteristiche del Progetto Nuraghe, quale sia l´opinione del Ministero e come si intende rendere partecipi del processo decisionale la comunità locale

PORTO TORRES - In occasione della prossima conferenza di servizi convocata per mercoledì 17 settembre presso il Ministero dell’Ambiente e relativa all’esame in contradditorio dei pareri formulati dalla struttura tecnica del Mattm, da Ispra e dagli Enti locali sulla documentazione relativa al “Progetto Nuraghe”, si riaccende la polemica sulla possibilità di realizzare nuove discariche a Porto Torres. La Conferenza deciderà se il progetto elaborato da Astaldi potrà essere messo in opera oppure se farà la fine di tutti gli altri progetti presentati nei decenni scorsi che sono stati bocciati dal Ministero. Per ora pare che gli Enti locali interessati (Regione, Provincia, Comune, Arpas e Asl) sarebbero orientati ad approvare il Progetto Nuraghe.
«Ritengo scandaloso che su una questione così urgente ed annosa come quella relativa alla bonifica dell'area industriale di Porto Torres si stia convergendo su un progetto monco come quello denominato "Nuraghe" senza che nessuno rivendichi ciò che sarebbe giusto: una bonifica integrale dell'area e un risarcimento per il danno prodotto, in larga parte, dall'industria pubblica.» Così il deputato di Sinistra ecologia e libertà, Michele Piras in una interpellanza urgente presentata al Ministro dell’Ambiente, per conoscere in dettaglio le caratteristiche del progetto, quale sia l'opinione in merito del Ministero e come si intende rendere partecipi del processo decisionale la comunità locale, con l’auspicio che la bonifica di Porto Torres torni presto ad essere collocata tra le questione urgenti e prioritarie.
Il progetto prevede un intervento preliminare nell’area di Minciaredda attraverso la tecnologia Multi Phase Extraction (Mpe) per garantire l’allontanamento delle acque presenti nel sottosuolo, separandole dal surnatante, ed estraendo le frazioni organiche volatili presenti nel sottosuolo. Inoltre si prevede la rimozione delle matrici contaminate solo in corrispondenza di specifiche aree individuate e trattamento delle stesse in una piattaforma polifunzionale da costruire nell’area di Minciaredda, oltre alla realizzazione di due siti di raccolta (Sdr), che non sono altro che discariche per rifiuti speciali, come evidenziano gli elaborati di progetto e la normativa di riferimento (D.lgs. 36/2003): una per depositare i residui derivanti dalle palte fosfatiche di 55mila mc e un’altra per il resto di 171mila mc, sempre nell’area della cosiddetta “Collina dei veleni”.
«Quindi, il risultato sarebbe che i veleni, sebbene trattati, continuerebbero a rimanere a Porto Torres in due nuove discariche – sottolinea il deputato Piras - e quei terreni sarebbero compromessi e inutilizzabili per nuove attività per sempre». Nel 2013 il consiglio comunale di Porto Torres approvò all’unanimità una mozione che aveva come obiettivo quello di respingere categoricamente il cosiddetto “tombamento” dell’area ma anche qualsiasi tipo di progetto di bonifica che non prevedesse la completa rimozione dei rifiuti e dei terreni contaminanti e il relativo trasporto degli stessi in impianti esterni oggi già presenti e operativi. La mozione recepiva in pieno quanto deciso dalla popolazione rafforzando la posizione dell’amministrazione comunale rispetto alle proposte di Syndial che, già nel 2009 ipotizzò in via preliminare e informale, presso gli uffici dell’assessorato Regionale della tutela dell’Ambiente, un progetto di bonifica consistente nella rimozione dei veleni della discarica di Minciaredda realizzando una nuova discarica da ubicare a sud delle stessa area.
Pertanto l’esponente di Sel alla Camera solleva il dubbio che si tratti del medesimo Progetto Nuraghe, che prevede la bonifica di tutto il Sin (Minciaredda, peci fenoliche, palte fosfatiche e altre zone) così come da computo metrico presentato, con un costo totale di circa 68milioni e 500mila euro , una cifra di poco superiore al costo risalente al 2010, pari a 62milioni e 880mila euro previsto nel computo metrico presentato da Syndial per la messa in sicurezza permanente della sola area di Minciaredda.
*area Minciaredda sottoposta a sequestro
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