Mariangela Pala
25 settembre 2015
Carta di Porto Torres: più tutela verso l'ambiente
Cabidanni 2015. La "Carta di Porto Torres" sollecita amministratori e cittadini ad un´altra sensibilità verso l´ambiente

PORTO TORRES - Più sensibilità e attenzione verso l’ambiente da parte delle istituzioni e dei cittadini. La richiesta proviene dal portavoce di Tzentru Culturale “Nino Gramsci” del Sindacadu de sa Natzione Sarda, Anghelu Marras in occasione della manifestazione “Cabidanni de sos Tribagliadores”, organizzata a Porto Torres il 19 settembre, presso lo spazio "Trittico di mare", in località il Ponte di Balai.
Prendendo spunto dalle condizioni territoriali e ambientali del comune ospitante, Marras, ha voluto evidenziare i pericoli derivanti dalla decisione di costruire, nel territorio comunale di Sassari (ma ad appena due chilometri dalla cittadina turritana) una nuova centrale a carbone (Fiume Santo), il cosiddetto quinto gruppo e un inceneritore (la cui costruzione era stata evitata ad Ottana grazie ad una vasta mobilitazione di pastori, contadini ed associazioni ambientaliste ed indipendentiste). Alla luce dell'ultimo rapporto Sentieri, che considera il Sin di Porto Torres (così come quello di Iglesias-Carbonia) Sito d'Interesse Nazionale per le bonifiche, i convegnisti hanno trovato quantomeno "stupefacente" che l'Amministrazione Comunale di Sassari e le Autorità preposte, abbiano autorizzato tali produzioni industriali.
Infatti: «Il rapporto Sentieri è di grande importanza per la Sardegna – la mitica isola del sole, del mare e delle vacanze – dov’è la maggiore estensione nazionale di siti contaminati: complessivamente 447mila ettari rientrano nei due siti di interesse nazionale (Sin) per le bonifiche ambientali del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (D.M. n. 468/2001) e di Sassari-Porto Torres (Legge 179/2002). Lo scorso 31 gennaio 2013 è stato riclassificato quale sito di interesse regionale (Sir) l’Arcipelago della Maddalena (O.P.C.M. 19 novembre 2008). Nel terzo rapporto Sentieri la situazione evidenziata è peggiorata per Porto Torres e i quartieri settentrionali di Sassari (esposti a maestrale e tramontana), con un eccesso generalizzato di mortalità per tumori rispetto al resto della Sardegna, basti pensare che risulta un incremento (2011) dei tumori maligni all’apparato respiratorio con 108 casi sui 100 teoricamente previsti per gli uomini e 149 casi sui 100 teoricamente previsti per le donne», hanno spiegato i convegnisti.
Oltre al portavoce dell'iniziativa, Anghelu Marras, tutti gli intervenuti (Giancarlo Pinna, Danilo Monaro, Claudia Zuncheddu, Giovanni Oliva, Massimo Dadea, Massimiliano Mazzotta, Bustianu Cumpostu, Bainzu Piliu, Antonello Licheri, Ivo Manca) hanno evidenziato l’autoritarismo del Decreto “Sbocca Italia” che umilia i poteri regionali per avocare al Consiglio dei ministri (artt.37 e 38) le autorizzazioni necessarie per le ricerche petrolifere. Importantissima e fondamentale l’acquisizione della “Carta di Porto Torres”, approvata all'unanimità alla fine dell'evento, in cui confluiscono le idee ed i contributi della società civile e dei comitati in difesa del territorio.
La “Carta”, eletta a modello comportamentale dei cittadini, impegna le stesse amministrazioni comunali a preservare il proprio territorio e i cittadini che lo compongono, dalle aggressioni all’ambiente che sembrano essere diventate il nuovo terreno di conquista da parte della speculazione energetica e militare. Presente l'amministrazione comunale di Porto Torres, patrocinatrice della manifestazione, con l'assessore all'ambiente Cristina Biancu che ha assicurato l'impegno di tutto il consiglio comunale intorno ai temi proposti.
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