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Mariangela Pala 29 settembre 2015
Dubbi della commissione ambiente sul progetto Nuraghe
Il Progetto Nuraghe rivisto più volte nella prima fase progettuale continua a presentare perplessità e dubbi circa la realizzazione all’interno dell’area Sin di una piattaforma polifunzionale per il trattamento dei rifiuti della discarica di Minciaredda
Dubbi della commissione ambiente sul progetto Nuraghe

PORTO TORRES - Il Progetto Nuraghe rivisto più volte nella prima fase progettuale continua a presentare perplessità e dubbi circa la realizzazione all’interno dell’area Sin di una piattaforma polifunzionale per il trattamento dei terreni contaminati e dei rifiuti, e la realizzazione di due discariche per rifiuti speciali non pericolosi, di cui una destinata al confinamento dei materiali provenienti dalle palte fosfatiche, situate nella zona centro meridionale della discarica di Minciaredda. I componenti della commissione consiliare Bonifiche e Ambiente, presieduta da Giuliano Velluto, riunitasi ieri mattina per discutere sullo stato di attuazione del progetto e, per valutare la proposta presentata da Syndial sulla realizzazione del sito di stoccaggio a servizio delle bonifiche, previsto nel Progetto Nuraghe, hanno tutti condiviso l’idea di monitorare con attenzione la fase istruttoria del progetto di bonifica.

In occasione dell’ultima conferenza di servizi del 9 luglio, dell’ incontro tecnico in Regione il 10 settembre e dell’ultimo incontro del 16 settembre presso il Ministero dell’Ambiente, per proseguire l'istruttoria del “Progetto Nuraghe" presentato da Syndial per il Sin di Porto Torres, la struttura tecnica (Regione, Provincia, Comune di Porto Torres, Asl, Arpas, Ispra, Capitaneria di porto e Syndial-Eni) aveva formulato una serie di osservazioni e prescrizioni relative al progetto il quale non andava di pari passo con l’intervento del Taf (Trattamento acque di falda). Syndial, infatti, ha presentato il Progetto Nuraghe relativo all’area Minciaredda, alle palte fosfatiche e peci Dmt, senza il progetto operativo di bonifica della falda dell’area di Minciaredda che la società si è impegnata a presentare entro il 31 ottobre prossimo.

«La mancanza progettuale della falda crea (secondo la commissione tecnica) - ha spiegato il dirigente del settore Ambiente, Claudio Vinci – una lacuna importante nell’intero sistema di emungimento delle falde stesse». Il comitato tecnico ha inoltre ritenuto inopportuno intervenire sopra Minciaredda in quanto l’amministrazione provinciale non sarebbe stata in grado di effettuare il collaudo. Osservazione condivisa dallo stesso Ministero all’Ambiente che si è espresso sulla possibilità di un trattamento dei rifiuti in un’area non soggetta alla discarica già esistente,ma in un sito di raccolta - come definito dalla società Syndial – individuato a Minciaredda sud che riceverà soltanto il materiale stoccato e ripulito proveniente dalla piattaforma polifunzionale.

Minciaredda sud è qualificata dalla società come sito di raccolta e non discarica in quanto non riceverebbe nel tempo ulteriori rifiuti al servizio dell’esterno, ma soltanto rifiuti stoccati e ripuliti proveniente dalla piattaforma polifunzionale. Syndial ha anche escluso la possibilità di utilizzare altre discariche esistenti come quella di Barrabò, perchè la stessa società ha definito quei rifiuti talmente peculiari da non poter essere conferiti in altre discariche già esistenti, per lo stessa motivo è escluso il trasferimento via mare al di fuori dall’isola. L’ingegnere Vinci ha illustrato le diverse problematiche evidenziate, in particolar modo, dagli organi istituzionali sul tipo di materiale portato fuori dalla discarica, distinguendo tra rifiuti fortemente inquinanti e materiale da riporto meno contaminante.

«Syndial premeva per qualificare i rifiuti di Minciaredda come materiale da riporto per evitare di sottoporlo a tutti quei trattamenti che invece la normativa prevede siano più stringenti, evitando di qualificare l’area come discarica», ha aggiunto l’assessore all’ambiente Cristina Biancu e Maria Elena Sini dell’ufficio ambiente. Ma lo stesso Ministero ha ribadito che Minciaredda è una discarica.

Il progetto risulta carente anche nel Piano di gestione delle cave necessario ad indicare il posizionamento degli attrezzi e delle persone che operano all’interno dell’area. Le prescrizioni incideranno radicalmente sull’elaborazione del Progetto Nuraghe che Syndial dovrà presentare nella prossima conferenza di servizi. «Le mie perplessità sul Progetto Nuraghe stanno aumentando notevolmente. Le bonifiche non si fanno tanto per farle – ha dichiarato il consigliere Luciano Mura – perché sembra che ci sia il tentativo di iniziarle comunque, senza pensare che si debbano fare bene per garantire il riutilizzo delle aree, evitando un semplice passaggio di rifiuti da una discarica all’altra nella stessa area. Non si possono minimizzare quei rifiuti talmente pericolosi tali da non poterli trasportare via mare, pertanto chiedo all’amministrazione di verificare l’aspetto sulla realizzazione di nuove discariche all’interno dell’area di Minciaredda. Non possiamo pensare di spostare la polvere e metterla sotto il tappeto convinti di fare bene le pulizie».

Sulla proposta del presidente di organizzare degli incontri mensili con l’Arpas, e convocare i dirigenti Syndial, interviene il consigliere Alessandro Carta: «Sarebbe opportuno che questi incontri si facessero sotto forma di commissione consiliare per permettere a tutti i cittadini di prendere visione del progetto e di tutto quello che si decide». «L’amministrazione tutta dovrebbe iniziare ad incalzare Eni e Syndial per capire cosa fare di quei terreni e del sito di raccolta, perché conosciamo bene quali sono gli interessi nel mondo dell’ambiente e dei rifiuti – conclude Carta – e non vogliamo che questa risulti una “bonifica beffa” che comprometta il futuro dello sviluppo industriale del territorio».
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