Gianni Lampis
4 dicembre 2015
L'opinione di Gianni Lampis
Frana a Montevecchio, pensiamo al territorio
Poteva essere una strage. Le aree minerarie dismesse sono una bomba ad orologeria: alcuni anni fa la strada provinciale Montevecchio-Ingurtosu fu chiusa per il crollo di una galleria a nel cantiere di Casargiu a causa delle piogge, oggi quest’altro smottamento che ha provocato l’onda che ha fatto straripare l’acqua dal bacino di Sa Perdera, proprio come nella diga sul Vajont, di triste memoria. C’e solo da ringraziare Santa Barbara, patrona dei minatori, di cui oggi si festeggia la ricorrenza, per aver evitato una strage. Non voglio neppure pensare a cosa sarebbe potuto succedere se questo episodio si fosse verificato la domenica, con i turisti in visita proprio al cantiere di Sant’Antonio.
Così è successo a quest’estate nella vecchia miniera di Acquaresi. Il territorio ormai va curato, non lo si può abbandonare a se stesso, soprattutto in contesti come quelli delle aree minerarie. La natura si riprende sempre quello che l’uomo gli ha tolto. E’ arrivato il momento di pensare seriamente all’incolumità delle persone: Montevecchio e Ingurtosu, così come tutto l’Iglesiente e il Fluminese hanno necessità di interventi di urgenti risanamento idrogeologico. La responsabilità di quanto accaduto è di diretta responsabilità della Regione Sardegna che attraverso la società Igea dovrebbe occuparsi della custodia e della messa in sicurezza delle aree minerarie dismesse, così però non è: la precarietà delle condizioni in cui versano tutti gli immobili,i manufatti industriali (come in questo caso) e i cantieri, rappresenta un vero e proprio pericolo per l'incolumità dei cittadini.
Ora i residenti di Montevecchio dovranno subire un altro isolamento e disagi per la chiusura della strada, come due anni fa. Sarà necessario che la Regione e i tecnici dell’Igea valutino la tenuta statica dello sbarramento prima che succeda l’imponderabile. Basta con l'abbandono del territorio dove un tempo le miniere garantivano reddito e benessere: la Regione ceda a prezzo simbolico gli immobili minerari di pregio ai Comuni in cui ricadono per convertirli in attività turistico ricettive.
* consigliere regionale Fdi-An
|