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Alguer.itnotiziealgheroOpinioniPoliticaA chi serve la Fondazione Meta?
Tonio Mura 23 aprile 2016
L'opinione di Tonio Mura
A chi serve la Fondazione Meta?
<i>A chi serve la Fondazione Meta?</i>

La nostra città si è dotata di questo strumento, cioè di una Fondazione, a partire dalla metà del 2010. Allora, la città era amministrata dal sindaco Marco Tedde, oggi consigliere regionale, e la Giunta era quella di Centrodestra. Qualche anno prima, ai primi accenni dell'attuale crisi economica, l'Esit veniva definito un ente ormai inutile e le Aast pure. Il primo veniva assorbito dall'Assessorato Regionale al Turismo, le seconde passavano ai Comuni. Si riteneva che le funzioni sia dell'ente e sia delle sue rappresentanze territoriali fossero superate e che sui territori sardi si fosse formata una buona classe imprenditoriale, capace di programmare e gestire con competenza tutto il settore della promozione turistica. A supporto sarebbero bastati un ufficio specifico interno all'Assessorato Regionale del Turismo e, nei Comuni, il classico assessore al Turismo. Per di più, proprio nei Comuni, la concorrenza delle Aast spesso si scontrava con la pianificazione degli assessori al Turismo o dei sindaci, in quanto non sempre le nomine Aast decise a Cagliari erano in sintonia con le Giunte dei Comuni. La solita abitudine italiana di fare le riforme quando vengono a mancare i soldi, cioè per tagliare la spesa pubblica. Lo scioglimento dell'Esit, infatti, passò come una importante riforma legata al miglioramento dell'offerta turistica, demandando ai territori tutta, o quasi tutta, la programmazione. In realtà l'Esit (e i suoi uffici periferici) era un'ente inutile anche dieci o vent'anni prima, e veniva usato per spartire incarichi a presidio politico dei territori. A volte bisogna ringraziare la crisi!

Il Comune di Alghero, che era sede di Aast, si ritrova a dover assorbire il personale in capo all'azienda ma, nota molto piacevole, anche a poter disporre degli introiti per la visita delle Grotte di Nettuno, prima destinati all'Aast. Il calcolo entrate/uscite era nettamente a favore delle entrate, quindi questa cosiddetta riforma rappresentava, almeno per noi, un bel vantaggio. Nel mentre però anche l'Europa cominciava ad essere toccata dalla crisi, che per noi significava, e ancora oggi significa, un taglio netto della spesa pubblica, digerire il patto di stabilità e rassegnarsi alla diminuzione dei trasferimenti a favore dei Comuni. Il rischio era che il gruzzolo di denaro proveniente dalle Grotte di Nettuno finisse per colmare i vuoti lasciati dallo Stato, senza poter essere reinvestiti in servizi turistici e/o culturali. Così, dopo un lungo studio, nasce l'idea di creare una Fondazione, con il compito di proteggere innanzitutto i soldi delle Grotte di Nettuno e di destinarli in attività funzionali alla promozione turistica della nostra città. Il tutto viene formalizzato con atto notarile ed ecco che il carrozzone è pronto! Si, esattamente un carrozzone, perchè quella che doveva essere una Ferrari, parole testuali di un cofondatore, nel tempo si è rivelata una Cinquecento! Ovviamente era una Ferrari quando a guidarla furono i fondatori, si è ridotta a una Cinquecento da quando a governare la città, e quindi anche Meta, non c'è più il Centrodestra. Se volevamo una certa superficialità di analisi, unita a pregiudizi ideologici, adesso siamo tutti sono serviti!

Ma cosa dovrebbe fare Meta? Prendiamo dallo Statuto: dalla gestione del patrimonio culturale e ambientale alla valorizzazione dell'identità locale, passando attraverso azioni di destination management, per diventare a tutti gli effetti un tourist board. Traduzione in italiano: significa che si deve fare promozione per il rilancio turistico del territorio, valorizzando tutte le peculiarità di Alghero: culturali, ambientali, linguistiche e identitarie, enogastronomiche ecc. Il fine è quello di fare di Meta l'ente di promozione turistica della città (tourist board). Il che significa che ad Alghero abbiamo tre figure che si sovrappongono: un Assessorato che si occupa di politiche del turismo, una Fondazione che fa la stessa medesima cosa (perchè le scelte esprimono una politica) e una Pro Loco che non si propone fini molto diversi. Di fatto, dopo cinque anni, quanto ha inciso l'attività della Fondazione Meta nella promozione turistica e culturale della nostra città? Lo Statuto prevedeva che altri soci, oltre a quello fondatore, cioè il Comune di Alghero, sarebbero potuti entrare nella compagine sociale. Sono chiamati soci “successivi” e soci “partecipanti”. Per quanto si sappia, ciò ancora non è avvenuto. Ciò vuol dire che dentro la Fondazione il Comune di Alghero dialoga con se stesso. E in parte è vero! Tra le iniziative vi è l'organizzazione del Cap d'Any, i fuochi d'artificio a Ferragosto, la partecipazione agli eventi della Setmana Santa; la Fondazione ha collaborato nella realizzazione del Museo del Corallo, ha partecipato ad alcuni bandi, ma non sappiamo se con successo, si propone di partecipare a convegni nazionali e internazionali che riguardino il settore di competenza. Poi ci sono i concerti, la presentazione di qualche libro, la gestione di qualche torre, per lo più concesse per organizzare qualche mostra. Le ultime iniziative riportate sul sito sono ferme a dicembre 2015 in occasione del Cap d'Any. Non ci sono neppure gli aggiornamenti della Setmana Santa del 2016.

Per capire se questo lavoro, e anche il resto, meriti una Fondazione che si regga con gli introiti delle Grotte di Nettuno bisogna fare dei confronti. Il primo che mi viene in mente è Autunno in Barbagia, un evento davvero identitario, che muove migliaia di persone per un periodo discretamente lungo. L'organizzazione è della Camera di Commercio di Nuoro, cioè un ente pubblico. A Castelsardo ogni anno si organizza il Capodanno in Piazza, una manifestazione davvero suggestiva che richiama decine di migliaia di persone, con concerto e fuochi d'artificio che illuminano in modo insolito il castello. Organizza direttamente il Comune, insieme ad altri eventi come una partecipatissima Settimana Santa. La festa più rappresentativa della Sardegna, Sant'Efisio, è organizzata direttamente dal Comune di Cagliari, ormai da secoli, insieme a un calendario di manifestazioni collaterali davvero ricco. Per farla breve: è difficile, davvero difficile, trovare un Comune sardo che abbia deciso di imitare Alghero in questa bellissima trovata della Fondazione! Mi si potrà dire che le Grotte di Nettuno le abbiamo solo noi, ma io penso che quelle del Bue marino a Dorgali sono ugualmente visitatissime, che il Museo archeologico di Cabras sta macinando record su record, che il Girotonno di Carloforte in pochi anni è diventata una manifestazione di richiamo internazionale. In quest'ultimo caso, organizza il Consorzio per lo sviluppo turistico di Carloforte, dove oltre al Comune figurano una banca e la Camera di Commercio. Nessuno, lo ripeto, pensa di dirottare gli introiti di questi eventi in una Fondazione, neppure per salvarli dal famigerato patto di stabilità!

Torniamo alla domanda di partenza: a chi serve allora la Fondazione Meta? A chi serve e non a cosa serve perchè, lo abbiamo visto, il cosa si può organizzare anche con i normalissimi strumenti di programmazione, e con indiscutibile successo. Sicuramente è servita e serve alla politica locale, per distribuire incarichi e impieghi, assegnare lavori, consultare studi professionali, fare acquisti e partecipare a manifestazioni promozionali. Da qualche giorno però c'è una novità: è stato emanato il bando per la nomina del nuovo direttore della Fondazione, e se non mi sbaglio sarebbe la prima volta che si fa una cosa del genere; sino a ieri non era così trasparente. Ma cosa dovrebbe fare un direttore dentro la Fondazione Meta? Me lo chiedo, perchè i fuochi d'artificio si organizzavano anche prima della Fondazione, la vera promozione turistica del territorio sino a ieri l'ha fatta una compagnia low cost e per quanto riguarda gli eventi culturali mi pare di capire che l'associazionismo locale sia molto più attivo e vantaggioso di Meta. Detto questo, suggerisco al lettore di entrare nel sito della Fondazione e di scaricare tutti i bilanci disponibili. Di più: suggerisco a chi fa impresa turistica o animazione culturale di dare uno sguardo a quei bilanci, anno per anno, per verificare la quantità e la qualità delle voci di spesa, compresa la corrispondenza tra costi del personale impegnato e attività avviate. Troverà anche qualche documento che a mio parere non c'entra niente, e mi sorprende che sia ancora lì dopo tanti anni. La nomina di un nuovo direttore ovviamente esprime una filosofia, quella cioè che con l'organigramma in regola la Fondazione Meta possa bruciare tutti alla partenza. Esattamente come farebbe una vera Ferrari. Nella realtà, questa Fondazione deve rispondere a esigenze che poco hanno a che vedere con il suo Statuto, perchè nasce subalterna al potere politico, e ancora oggi la sua presidenza è oggetto di scambio, e non solo. Certo, chiedere alla politica di saper rinunciare alle sue creature è opera titanica, ma almeno farla riflettere su cosa non ha dato la Fondazione Meta al nostro territorio mi sembra il minimo. Sarebbe anche una buona base di partenza per il nuovo direttore, perchè a seguire il passato si rischia di confermare l'insignificanza dello strumento, se non proprio la sua inutilità. E a nessun lavoratore serio, questo lo penso io, interessa guadagnar soldi tirando pietre al sole. Ma forse mi sbaglio!



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