Red
14 dicembre 2016
Il Festival Global Futur 2016 si fa in tre
Venerdì 16 e sabato 17 dicembre, la manifestazione ideata e diretta dal regista e filmmaker Riccardo Barracu sbarcherà a Santu Lussurgiu, San Vero Milis e Scano di Montiferro

SANTU LUSSURGIU - Si apre il sipario sul “Festival Global Futur 2016/Incontri Contemporanei tra le Arti”, ideato e diretto dall'attore regista e filmmaker Riccardo Barracu (autore di “Resistance”, fuori concorso al Festival di Berlino): musica, teatro, arti visive e performings arts, venerdì 16 e sabato 17 dicembre, un'intensa due giorni sul fil rouge del “coraggio”, tra Santu Lussurgiu, San Vero Milis e Scano di Montiferro. L'ouverture è affidata al Concerto d'Opera Lirica che venerdì, alle ore 20.30, nella Chiesa di Santa Maria degli Angeli, a Santu Lussurgiu, vedrà protagonisti il soprano Ramona Careddu ed il baritono Carlo Asuni, accompagnati al pianoforte da Andrea Sanna, alle prese con i capolavori della storia del melodramma, tra indimenticabili arie e duetti dalle più celebri opere di Wolfgang Amadeus Mozart, Gioachino Rossini, Gaetano Donizetti e Giacomo Puccini.
Global Futur 2016 proseguirà sabato, alle 17, con “Allunaggio Morbido”, nel Centro Visite di Via Santa Barbara, a San Vero Milis: un progetto dedicato alle arti visive, con installazioni, mostre e performances di giovani interpreti, in un intrigante gioco di intrecci tra i diversi linguaggi, che mette l'accento sulle nuove sensibilità. «Percorrere curiosamente mondi varcando nuovi spazi, per approdare prudentemente a nuovi traguardi, in un allunaggio morbido», spiega il direttore artistico. «La parola d’ordine è guardare, parlare al mondo con un unico linguaggio per abbattere le divisioni tradizionali tra discipline artistiche. Il tema dell’edizione 2016 è “Il Coraggio”».
Storia e storie dell'Isola, sempre sabato, ma alle ore 20.30, al Teatro Nonnu Mannu di Scano di Montiferro, con “Baroni in Laguna”, la pièce del Teatro del Segno liberamente tratta dall'omonimo saggio-inchiesta di Giuseppe Fiori, che racconta la rivolta dei pescatori di Cabras. Sotto i riflettori l'attore e regista Stefano Ledda, che firma anche regia e drammaturgia, sulle note della chitarra di Andrea Congia e del sax di Juri Deidda, per un affascinante affresco della Sardegna alla fine degli Anni Cinquanta tra passato e futuro. Un'epica moderna per una rivoluzione culturale, che sulla spinta della fame e di nascente coscienza sociale trasporta una parte di Sardegna immersa in un anacronistica condizione feudale nella contemporaneità, con la rivendicazione di diritti e dignità.
Nella foto: il regista Riccardo Barracu
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