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Raffaele Cadinu
4 agosto 2017
L'opinione di Raffaele Cadinu
Ad Alghero solo ridicoli giochi al ricatto
L’uscita dell’UDC dalla maggioranza ha evidenziato in maniera netta la differenza che vi è tra la politica di vecchio stampo e quella che invece dovrebbe essere la regola corretta per una amministrazione trasparente al servizio di tutti i cittadini e non solo per quelli che votano l’UDC. Non è accettabile infatti che in un ente pubblico si vada avanti assumendo persone a termine e si intralci invece una procedura concorsuale, indispensabile per rendere efficiente in maniera definitiva la macchina amministrativa. Nel lancio di accuse, al limite delle offese, l’UDC, cercando di scostarsi dall’operato dell’amministrazione della quale faceva parte solo poche ora prima, la ha ricattata con richieste inverosimili al limite del ridicolo. L’appoggio esterno doveva passare solo dietro precise azioni, non ultima quella della stabilizzazione. Ma come?
Togliendo i diritti a tutti gli altri che per Legge possono aspirare ad un posto di lavoro dietro una corretta procedura concorsuale? Devo dire purtroppo che per l’UDC è sempre stato normale, basta leggere cosa è successo a Iglesias nella vicenda dell’IGEA e del Parco Geominerario, dove le accuse mosse dal Procuratore Marco Cocco, pubblicate sulla Nuova Sardegna del 14 dicembre 2014, hanno rilevato la presunta violazione del codice degli appalti per favorire imprenditori amici e garantirsi l’assunzione a tempo di persone gradite all’UDC. Tenere in scacco persone con la spada sulla testa, quale un’assunzione a tempo, è secondo me una nefandezza morale oltre che reato, il contrario di quello che invece predica l’UDC di Alghero, che dichiara testualmente: “Va da sé che non è in alcun modo accettabile che si passi sopra così insensibilmente alle esigenze reali dei cittadini, come ad esempio i lavoratori interinali a scadenza di contratto”. In una società civile un cittadino deve avere le esatte opportunità di tutti gli altri, pertanto l’assunzione in un ente pubblico, così come prescritto dalla Legge, deve passare solo attraverso una procedura concorsuale, e non attraverso le società interinali, che a mio modesto avviso sono solo la base del voto di scambio.
Ma si sa, nella politica il predicare bene e il razzolare male è d’uso, ed infatti l’UDC esplicita come normale il proprio comportamento ricattatorio attestando: “non essendoci più alcuna possibilità di fare affidamento su una maggioranza solida e qualificata, sarebbe stato perfettamente inutile insistere su qualcosa di impossibile”; dichiarando perciò, in maniera lampante, con la parola “impossibile” l’assurdità delle loro ridicole richieste, al fine di garantire l’appoggio esterno. Traduzione: ti chiedo una cosa impossibile che tu non mi puoi dare così ti mando a casa e io non c’entro niente, scusando il gioco di parole con il partito di centro. Io per dna dell’interno della Sardegna so che se uno tradisce una volta continuerà a farlo per tutta la vita, e il comportamento dell’UDC ad Alghero ne è l’esempio attestato anche con le amministrazioni passate.
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