M.C.
13 luglio 2007
Coldiretti in allarme, c’è anche Alghero
Il giorno dopo la manifestazione nazionale di Bologna e Roma il bilancio del made in italy è deludente

ALGHERO - Una lunga serie di dati e un bilancio allarmante, quelli stilati dalla Coldiretti all’indomani della manifestazione nazionale, svoltasi a Bologna e Roma e alla quale hanno partecipato anche alcuni rappresentanti sardi, tra i quali i referenti dell’Ufficio di zona di Alghero. Severo il giudizio dei manifestanti, che con un documento unitario hanno messo in evidenza l’attacco al ‘Made in Italy’ a tavola che “sembra essere l'obiettivo di alcuni recenti provvedimenti, come la contaminazione con Ogm nei prodotti biologici senza alcuna indicazione in etichetta, l'arrivo, quest’anno, del primo vino italiano invecchiato con la “segatura” anziché con la maturazione in botti di legno e la mancata applicazione dell'obbligo di indicare in etichetta l'origine degli alimenti che ha provocato la proliferazione di falsi prodotti ‘Made in Italy’, vedi il pomodoro cinese, l'olio tunisino, fino ad arrivare al prosciutto olandese; tutto spacciati come italiani.”
Una critica forte nei confronti del ministro per le Politiche Agricole, Paolo De Castro, quella espressa dal presidente della Coldiretti, Sergio Marini, a Bologna. Secondo i vertici dell’associazione di categoria in questi ultimi mesi sarebbero state prese troppo spesso decisioni per “annacquare” la qualità del Made in Italy con l'effetto di danneggiare i consumatori e le imprese. Un risultato in controtendenza rispetto al percorso innovativo a tutela dei prodotti locali, portato avanti in sede europea proprio da Coldiretti. Sarebbe questo, sempre secondo Sergio Marini, il primo esito di una politica debole nella tutela e nel sostegno delle produzioni italiane e distratta per quanto concerne le esportazioni italiane in paesi come la Cina, dove ad oggi è ancora impossibile esportare frutta e verdura. Lungo e disastroso appare anche il riassunto del grande capitolo sugli Organismi geneticamente modificati, con una mancanza di trasparenza tale da danneggiare ancora una volta in primis produttori e consumatori italiani. Sul tavolo della discussione sono finiti poi i cambiamenti climatici e le misure, che dovrebbero essere adottate in merito al risparmio energetico e in funzione del reperimento di energie rinnovabili. «L'Italia delle bioenergie –così Coldiretti– rimane a secco ed è ultima in Europa nei biocarburanti perché non sono stati emanati i decreti attuativi per la produzione di agroenergie anche da micro-impianti.» La somma delle richieste di Coldiretti, la cui stesura ha idealmente chiuso la manifestazione, si è concentra sulla necessità di una centralità della concertazione come metodo di confronto tra le vere rappresentanze e le istituzioni e di un’azione decisa per sensibilizzare l’Europa e per affermare la centralità del consumatore europeo, dei suoi interessi, delle sue aspettative.
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