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Red 31 ottobre 2020
«Lockdown, imprese sarde a rischio tracollo»
Nell´Isola, le imprese con più di tre addetti sono circa 23.500 e impiegano quasi 188mila occupati. Già prima della nuova emergenza autunnale, il 48,8percento di queste aveva indicato una difficoltà di tenuta della propria attività a seguito della crisi sanitaria
«Lockdown, imprese sarde a rischio tracollo»

CAGLIARI - Il sistema delle imprese sarde, stremato dal lockdown in primavera, rischia di essere travolto dalla sempre più probabile nuova serrata generalizzata allo studio del Governo. Lo attesta un dossier della Cna Sardegna che (analizzando il risultato di un'indagine condotta dall’Istat su un campione di imprese regionali con più di tre addetti nei settori industria e costruzioni, commercio e servizi in riferimento all'impatto del primo lockdown primaverile) evidenzia la grande vulnerabilità del tessuto economico isolano, impreparato alla prospettiva sempre più concreta di ulteriori restrizioni.

Già prima della recrudescenza autunnale della pandemia, il 48,8percento delle imprese sarde con più di tre addetti (un'impresa su due) aveva indicato un serio rischio di tenuta della propria attività e soltanto l’11,4percento aveva manifestato una certa fiducia per il prosieguo dell'anno. Oltre metà delle imprese aveva denunciato gravi problemi di liquidità per far fronte alle spese e un quinto aveva addirittura dichiarato di non essere in grado di adeguare i propri spazi di lavoro nell'ottica di una maggiore sicurezza sanitaria. Sotto il profilo occupazionale, il 18percento delle imprese sarde con più di tre addetti aveva dichiarato di aver rinviato le assunzioni previste per il 2020 e il 7,6percento aveva indicato di aver ridotto il personale a tempo determinato o tagliato i collaboratori esterni.

«La nostra paura è che un nuovo lockdown, seppure meno severo rispetto a quello di aprile, possa avere effetti devastanti sulle imprese sarde – spiegano Pierpaolo Piras e Francesco Porcu, presidente e segretario regionale della Cna Sardegna - Se a livello europeo la Francia è il primo Paese ad aver riattivato un lockdown generalizzato, tutto lascia pensare che, vista la curva epidemica in rapida ascesa, anche il governo italiano interverrà con misure via via più stringenti. Il rischio concreto – evidenziano i vertici della Cna sarda - è quello di veder scomparire un sempre maggior numero di attività economiche, e non solo nei settori più esposti, come quello della ristorazione, degli eventi, del fitness e del ricettivo. Gli effetti sull’occupazione, e quindi sui redditi delle famiglie, rischiano di essere molto accentuati e il calo della domanda aggregata potrebbe protrarsi a lungo, compromettendo la ripresa dell'economia regionale nella fase successiva all'emergenza sanitaria. Per questo, è necessario che, in Sardegna più che altrove, si intervenga per supportare il mondo delle imprese, preparando al meglio la fase successiva, attraverso una progettualità di ampio raggio finanziata anche tramite risorse comunitarie, per permettere all'economia regionale di ripartire rapidamente in tutti i settori: dalle costruzioni, al settore turistico, dall’agroalimentare a quello delle palestre, della ristorazione e dei trasporti».



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