Per l'architetto algherese a capo della battaglia, «il progetto vincente è stato appunto un progetto irrealizzabile». Il presidente Legambiente: «l'Agenzia del Demanio non si è accorta che su Punta del Giglio insistono tutti i vincoli ambientali e culturali possibili»
ALGHERO - «E se il bando dell'Agenzia del Demanio dello Stato fosse "taroccato"?». Lo domanda pubblicamente l'architetto ambientalista Giovanni Oliva, tra i fondatori più attivi del Comitato per Punta Giglio.
«La caserma di Punta Giglio - precisa Oliva in un lungo e dettagliato post sui
social - era l'unico dei beni del Demanio nel famoso bando del 2017 che si trovava in un'area Parco, SIC, ZPS (con tutti i vincoli conseguenti), su 103 altri immobili, la maggior parte dei quali si trovava in contesti urbanizzati e di scarso valore paesaggistico-naturale».
All'indomani del
sopralluogo congiunto tra Parco Regionale di Porto Conte e Corpo Forestale, che ha verificato «il corretto svolgimento degli interventi», non si placa la polemica intorno ai lavori in corso di realizzazione nell'ex Batteria militare su Punta Giglio. Da una parte la
Cooperativa Il Quinto Elemento che porta avanti l'intervento e dichiara di essere «aperta a tutti i controlli e rassicurati dalla presenza delle autorità», dall'altra numerosi cittadini pronti a tutto pur di bloccare l'opera.
Giovanni Oliva non ha dubbi ed è un fiume in piena. «La tabella che fissava i criteri di valutazione prevedeva solo 15 voti su 100 per la "Compatibilità ambientale" del progetto. Tutti i gruppi e tecnici sardi che hanno studiato il bando, alcuni dei quali conosco personalmente, mi hanno riferito come fosse apparso a loro chiaro che, conoscendo bene le norme che vigevano su quell'area, non potesse essere immaginato un uso per una attività produttiva nell'ambito della ricettività turistica come si richiedeva, attribuendo proprio a questa destinazione, nei criteri di valutazione, il massimo del punteggio 40+30 voti. Per questo motivo molti hanno evitato di partecipare al Bando».
Per l'architetto algherese, attivissimo nel comitato spontaneo che negli ultimi giorni ha visto iscriversi migliaia di cittadini, «il progetto vincente è stato appunto un progetto irrealizzabile. Albergo di lusso, con aumento delle volumetrie esistenti, per 70 posti letto con bagno in camera, piscina e spa. Quelli che hanno presentato la proposta più assurda se l'hanno aggiudicato» conclude amareggiato Giovanni Oliva, sostenuto pubblicamente dal presidente della Legambiente di Alghero, Roberto Barbieri, che sottolinea come «l'Agenzia del Demanio non si ė "accorta" che su Punta del Giglio insistono tutti i vincoli ambientali e culturali possibili».