S.A.
1 dicembre 2021
14,4% a rischio frane in Sardegna
E´ ciò che emerge dai dati 2020 rilevati dall’Ispra sul Dissesto idrogeologico in Italia, rielaborati dall´Ufficio Studi Confartigianato Sardegna

CAGLIARI - Il 14,4% della Sardegna, ben 3.477 chilometri quadrati, è a rischio alluvioni e inondazioni, interessando così 477mila abitanti e quasi 1.500 beni culturali. Questo, in sintesi, è ciò che emerge dai dati 2020 rilevati dall’ISPRA sul Dissesto idrogeologico in Italia, rielaborati dall'Ufficio Studi Confartigianato Sardegna. «Le piogge incessanti che da ormai più di 20 giorni, in particolare nel sud Sardegna e in Gallura, si sono trasformate in alluvioni,
portando morte e causando gravi danni agli edifici privati alle
infrastrutture pubbliche, fanno tornare d’attualità il problema del
dissesto idrogeologico e di un territorio ancora troppo fragile, che
necessita di urgente manutenzione e messa in sicurezza. Purtroppo
queste situazioni hanno anche un impatto diretto sulle attività
produttive che, a causa di questi eventi, sempre più spesso si trovano
nelle condizioni di non aver la capacità e la forza per ripartire.
Questo non possiamo permettercelo».
E’ questo il commento di Maria Amelia Lai, presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna, sulla situazione di una corretta
pianificazione territoriale, fondamentale per la mitigazione del
rischio idrogeologico. I numeri per l’Isola, per fortuna, dicono anche che solo il 3,4% del territorio sardo è a “elevato rischio”, mentre il 4% è a “medio rischio” e il 7% a “basso rischio”. Analizzando il territorio, su 24.100 chilometri quadrati, 827 kmq (il 3,4%) subiscono una “elevata pericolosità idraulica con alto rischio frane”, coinvolgendo ben 80mila persone e 346 beni culturali. La fascia a “rischio medio”, interessa invece 974 chilometri quadrati, coinvolge quasi 125mila abitanti e 433 beni culturali. La fascia più bassa, quella a “lieve impatto”, va a impattare su 1.676 chilometri quadrati di territorio, sui quali gravitano 271 abitanti con 674 beni culturali.
Tra le varie province sarde, quella “più a rischio” è quella del Sud
Sardegna, con 227 chilometri quadrati “ad elevata pericolosità”, segue
Oristano con 209, il Nord Sardegna con 163, Nuoro Ogliastra con 130 e
Cagliari con soli 96, una analoga analisi di 4 anni fa, rilevava come ben 338 Comuni dell’Isola, l’89,7% dei 377 totali, nei loro territori avessero aree caratterizzate da un’elevata o molto elevata pericolosità da frana o da una media pericolosità idraulica. In queste aree, di conseguenza risultavano a rischio 58.228 edifici, 10.701 attività produttive con 28.674 addetti. In particolare, sempre nell’analisi di 4 anni fa, raccontavano di una Sardegna con 12.250 edifici esposti a pericolo elevato e molto elevato di frane (il 2,0% del totale) e 41.978 edifici minacciati da rischio alluvione di grado medio (il 6,9%). Si contavano poi 1.346 imprese a rischio frane (l’1,1%), ben 9.355 quelle a rischio idraulico di media intensità (l’8,0%). Per Confartigianato Sardegna, in conclusione, risultano fondamentali non solo efficaci sistemi di allertamento ma anche e soprattutto una corretta pianificazione territoriale, interventi strutturali, manutenzione e buone pratiche anche in campo agricolo e forestale, fondamentali per la mitigazione del rischio idrogeologico, in un’ottica di salvaguardia della sicurezza delle persone e delle realtà produttive, il tutto unito a una importante capacità di spendita delle risorse.
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