Antonio Burruni
15 luglio 2008
Rettore ad Alghero: «Stralunata, ma non stonata»
La cantante veneta è stata l’ospite musicale dell’ottava edizione del Gran Galà dello Sport e della Tv, andato in scena sabato sera al Teatro del Forte della Maddalena

ALGHERO – “Kobra” e “Splendido splendente”. Sono due delle canzoni più famose della musica italiana Anni Ottanta. Rettore le ha riproposte sabato sera sul palco dell’ottava edizione del “Gran Galà dello Sport e della Tv” andato in scena al Teatro del Forte della Maddalena. Tra le due hits, la cantante veneta ha proposto agli spettatori algheresi la nuova “Stralunate”, la canzone che da il titolo proprio al tour di quest’anno. «Il 12 Settembre uscirà un dvd, con la fotogallery e tutte le mie canzoni, per tre ore», ci annuncia subito. La cantante di Castelfranco Veneto ha festeggiato il suo cinquantatreesimo compleanno durante una tappa all’estero. «Non chiedermi quale sarà la prossima tappa, perché non mi ricordo mai dove devo andare – sottolinea – comunque sono felice di essere tornata in Sardegna, perché le isole sono sempre difficili da toccare. E’ più la spesa che l’impresa, per muovere tutto lo staff di tecnici e musicisti. Sarebbe bello che ci fosse un ponte con la Sardegna, una grande autostrada fino alla Toscana.
La tournèe di quest’anno si chiama Stralunate. Il nome si addice più alla vita artistica di Miss Rettore o alla vita di ogni giorno di Donatella?
«Più alla vita reale, sono stralunata, scoperchiata,sbilanciata, ma non troppo stonata. Nella vita artistica sono sempre stata molto pratica, molto poco stralunata».
Sei figlia di un’attrice e ti sei diplomata col massimo dei voti come interprete parlamentare.
«E’ vero. Quando sono andata a SanRemo la prima volta (era il 1974, ndr.), non ero ancora diplomata. Ma mi eliminarono subito e feci l’esame. Mia madre disse: Questa mi diventa un genio!».
Invece prosegui la tua carriera e nel 1978 c’è il cambiamento.
«Si, nel ‘78 c’è il cambio di look, più rockettara, più scatenata. Il primo singolo di quel periodo fu “Eroe”. Trovo che sia una canzone bellissima e per me un vero rebirthding. La canto ancora nei miei concerti».
Nel 1989 reciti nel film “Strepitosamente flop”. Dal titolo si direbbe che tu non sia particolarmente scaramantica.
«E’ vero. Certo, ho i miei riti propiziatori, ma non sono per niente scaramantica. Se uno pensa alla jella, poi tutto gli va male».
Cantante, hai fatti cinema, teatro, colonne sonore, radio. Non ti sei mai fermata ad un settore.
«Ho fatto un po’ tutto. La multimedialità è sempre stata un po’ la mia ricerca. Sono sempre alla ricerca di qualcosa. Forse di come invecchiare».
O forse di come non invecchiare.
«No no. Invecchiare è un fatto biologico, è impossibile non farlo. Però ci sono altri interessi, altre cose che nascono. Non è un decadimento, non è un “Sunset Boulevard”. Ed anche il tramonto ha il suo fascino».
Gli Anni Novanta si aprono con un tuo “no”. Decidi di non pubblicare il tuo lp per insoddisfazione. Parliamo di “Diavoleria” naturalmente.
«L’ho pagato anche. Ho pagato tutto. Non ero soddisfatta, non era una produzione che mi convinceva e non l’ho fatta uscire. Però sono uscita con “Son Rettore e canto” nel 1992».
Quasi sicuramente, questa è una decisione che oggi sarebbe impossibile nello “showbiz” attuale.
«Ora non si potrebbe fare più, però uno dovrebbe meditare prima di produrre delle sciocchezze. Invece di p……..e ce ne sono a quintali. Non credo proprio che qualcuno lo farebbe oggi, ma io sono “Kamikaze rock ‘n roll suicide” (usa il titolo di un suo album del 1982, quello che conteneva la canzone “Lamette”, ndr.».
Dopo quattro partecipazioni al Festival di SanRemo (con il sesto posto di “Carmela” del 1977 come miglior piazzamento) e gli otto FestivalBar (vinto a pari merito con Miguel Bosè nel 1980, presentando “Kobra” e con la vittoria assoluta, l’anno successivo, con “Donatella”), il Kobra della musica italiana continua a mordere, andando in giro per l’Italia a presentare il sedicesimo album della sua carriera.
Nella foto: Donatella Rettore
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