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S.A. 13 maggio 2010
Alcool test nei bar, Fipe sul piede di guerra
Si profila sempre più severa la posizione del Governo in materia di sicurezza stradale, in particolare nella somministrazione di bevande alcooliche che interessa i pubblici esercizi. La Fipe protesta
Alcool test nei bar, Fipe sul piede di guerra

ALGHERO – Si profila sempre più severa la posizione del Governo in materia di sicurezza stradale. La scorsa settimana il Senato ha approvato il ddl n. 1720 (ancora non è legge) che ha introdotto rilevanti modifiche al codice della strada, In particolare sul consumo di alcolici.

Tra queste, spicca la norma che estende a tutto il settore dei pubblici esercizi che vende o somministra bevande alcooliche, l’obbligo (dapprima circoscritto alle discoteche e altri locali notturni) di mettere a disposizione dei clienti un “precursore”, ossia uno strumento per misurare il tasso alcoolemico e di esporre le relative tabelle all’interno del proprio locale.

Inutile dire che la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) non ha gradito le restrizioni, soprattutto «l’inusualità dell’inserimento di una norma del genere in un contesto - come il Codice della Strada - che nulla ha che fare con essa». «In primis – sostiene la Fipe - poichè le recenti statistiche hanno rilevato che solo il 30% dell’acquisto e del consumo di alcool passa attraverso i pubblici esercizi di ristorazione; il resto “transita” attraverso i negozi (supermercati, enoteche, ecc.)».

«La controprova sta nel fatto – aggiungono - che sia i negozianti che vendono alcolici, sia i produttori di vino e di alcoolici, si guardano bene dal commentare questo nuovo giro di vite che penalizza solo i pubblici esercizi (a mio avviso senza risolvere minimamente il problema), poiché evidentemente sanno che non sarà questa norma a limitarne l’uso, potendo lo stesso essere consumato liberamente altrove». Nessun controllo indiscriminato nel consumo di alcool, secondo la Federazione – quanto piuttosto un regolamento che disciplini l’uso all’aperto, invece che la somministrazione nei locali, sempre disciplinata per legge e sotto il controllo del gestore.

C’è poi un altro punto sul quale i pubblici esercenti riservano le proprie riserve sulla nuova normativa: «Cosa accadrebbe se un cliente, dopo aver eseguito il test all’interno del locale, venga poi “beccato e multato” dalle Forze dell’Ordine con un altro strumento? E ancora: laddove il ristoratore, attraverso il test, accerti (o in qualche modo si avveda) che il cliente ha superato il limite alcolemico, può continuare a somministrare bevande alcooliche?».

Dubbi, lacune e vuoti normativi di cui i pubblici esercenti non vogliono diventare il capro espiatorio. «Ci sono aspetti paralleli assolutamente non considerati o comunque irrisolti – concludono - che andrebbero affrontati, prima di varare la legge. Il tempo (e la sede) c’è, perché la legge deve ancora andare alla Camera».
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