Red
23 maggio 2010
Sinistra unita contro bavaglio stampa
Perseguendo un disegno eversivo che viene da lontano, il Governo Berlusconi sta portando, proprio in questi giorni, l’attacco finale alla libertà di stampa e alle indagini investigative in capo alla Magistratura

ALGHERO - «Perseguendo un disegno eversivo che viene da lontano, il Governo Berlusconi sta portando, proprio in questi giorni, l’attacco finale alla libertà di stampa e alle indagini investigative in capo alla Magistratura. Il provvedimento approvato dalla Commissione Giustizia del Senato (dopo una serie incredibile di sedute parlamentari mattutine, pomeridiane e notturne), ha l’impronta di chi intende eliminare la fonte primaria di indagini giudiziarie, non certo per tutelare la privacy dei cittadini onesti, che nulla hanno da temere da eventuali intercettazioni telefoniche; ma per ostacolare atti investigativi dai quali potrebbero emergere corruzione e traffici illeciti, penalmente o politicamente rilevanti, da parte di chi oggi gestisce il potere come fonte di arricchimento privato e di condizionamento politico ed elettorale».
Così la Sinistra Unita, che si affianca alle innumerevoli dimostrazioni di sofferenza di associazioni, editori e giornalisti. «I cittadini devono sapere, finché sarà possibile, che con questa legge sulle intercettazioni telefoniche, è in pericolo l’art. 21 della Costituzione Repubblicana. In particolare, con questa legge, non potranno più essere indagati, tramite intercettazioni, o lo saranno per minore tempo (solo 75 giorni), tutta una serie di importanti reati, dai quali, spesso, gli organi inquirenti, sono partiti per giungere, di livello in livello, a squarciare veli di complicità sempre più alti, fino alla scoperta, come è avvenuto recentemente, di un sistema di malaffare che imperversava anche all’interno della Protezione Civile».
Parliamo di reati quali pedofilia, omicidio, rapina ed estorsione, scambio elettorale politico mafioso, riciclaggio. La legge, inoltre, inasprisce le sanzioni previste sia per i giornalisti (fino a 20.000 euro) che per gli editori (fino a 465.000 euro), spingendo questi ultimi, come si legge nel loro Appello, ad un controllo preventivo sull’operato di giornalisti e autori, attraverso l’acquisizione preliminare di informazioni rilevanti sulle loro inchieste.
In questo modo, nulla avremo saputo della casa fronte Colosseo di Scajola, come delle famose scalate bancarie di Consorte; del G8 dell’Aquila, come della stessa inchiesta Mani Pulite, che partì, nei primi anni novanta, proprio da una intercettazione a Mario Chiesa su iniziativa della Procura di Milano. Ed è proprio questo l’obiettivo cui evidentemente si vuole raggiungere con la legge: ovvero quello di impedire che l’attuale sistema politico venga travolto da una Tangentopoli bis, della quale per ora si conosce solo la crosta superficiale, ma che lascia trasparire sviluppi imprevedibili ed inquietanti.
«E’ una censura che si abbatte persino sulla informazione amatoriale e suoi blog, cioè sulla Rete. Per questo assistiamo oggi ad un nuovo protagonismo dell’opinione pubblica giustamente in allarme, come rilevato anche da un recente sondaggio che dichiara come l’81% degli italiani sia contrario alla legge e intenda ribellarsi al bavaglio, facendo massa critica», puntualizza il direttivo di Sinistra Unita.
La sinistra algherese sarà in campo anche questa volta, come già accaduto ad ottobre in occasione della manifestazione nazionale, quando Alghero divenne una delle città italiane sede di Comitato per Libertà di Stampa, per difendere strenuamente il bene prezioso dell’informazione, caposaldo fondamentale di qualsiasi società democratica degna di questo nome. «Nell’occasione chiediamo a tutti i cittadini di unire con noi i loro sforzi e di vigilare attivamente contro le evidenti prove di regime in atto, che farebbero sprofondare il paese, già in preda ad una crisi economica ed occupazionale preoccupante, in un tunnel oscuro e pericoloso».
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