Red
5 aprile 2011
Sechi: Rischi ecologici e sociali «Come a Santa Giusta nel 1989»
E´ il rischio che si corre nello stagno del Calic secondo quanto dichiarato dal direttore del Dipartimento di Scienze Botaniche Ecologiche e geologiche dell’Università degli Studi di Sassari Nicola Sechi, durante un interessante convegno ad Alghero

ALGHERO - Sarebbero circa 20mila i metri cubi di reflui veicolati ogni giorno nello stagno del Calic dal nuovo impianto di depurazione della città di Alghero, che sommati per i 794 giorni di entrata in funzione dell'impianto di San Marco, diventano una quantità spaventosa. Tutti numeri, (quelli riferiti ai reflui), è bene precisarlo, non confermati dai tabulati, stante la difficoltà nel reperire dati ufficiali e soprattutto certificati. Quello che è certo però, è che i nutrienti che arrivano allo stagno sono aumentati esponenzialmente (dalle 12 alle 20 tonnellate circa all'anno solo di fosforo).
Sono questi alcuni tra i punti trattati qualche giorno fa nel convegno organizzato dall'associazione Alghero Bene Comune nell'Auditorium del Liceo Scientifico Enrico Fermi, alla presenza di numerosi esperti e studiosi ambientali. L'allarme è chiaro: «siamo di fronte ad una potenziale bomba ecologica» ha riferito Nicola Sechi, direttore del Dipartimento di Scienze Botaniche Ecologiche e geologiche dell’Università degli Studi di Sassari.
«Non un solo litro di acqua depurata dovrebbe finire nello stagno del calic - ha ribadito nel suo articolato e interessante intervento Sechi - perchè si rischiano danni ecologici e sociali». Il riferimento è alla situazione creatasi nello stagno di Santa Giusta nel lontano 1989, quando si raggiunsero livelli di eutrofizzazione delle acqua eccezionali (in quel caso a causa soprattutto degli scarichi agricoli delle numerose aziende zootecniche).
Nella foto: il professor Nicola Sechi
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