Gianni Marti
19 aprile 2005
Rilancio lingua sarda, Ugl: occasione per la conoscenza del nostro passato
«Non possiamo far mancare il nostro appoggio ad una iniziativa che difenda la lingua dei lavoratori sardi»

CAGLIARI – «Abbiamo accolto positivamente le dichiarazioni del Governatore Soru in merito a un rilancio dell’utilizzo della lingua sarda». Questo il commento dell´Ugl a margine dell´incontro tenutosi ieri, 18 aprile, ad Ozieri, in cui il Presidente per la prima volta in veste ufficiale da presidente della Regione ha parlato in sardo, indicando un percorso per la salvaguardia del sardo parlato e scritto e per l’incoraggiamento del suo uso anche nella pubblica amministrazione. «Il nostro sindacato, da sempre sensibile alle radici ed alle tradizioni della nostra terra, è sempre stato in prima linea nel difendere i lavoratori sardi - dichiara Piergiorgio Piu, della segreteria regionale dell’Ugl Sardegna - e non può far mancare il proprio appoggio ad una iniziativa che difenda la lingua dei lavoratori sardi. Attenzione, però, a non cadere nei facili campanilismi, non dimentichiamo che si va verso una internazionalizzazione del mondo del lavoro senza precedenti nella storia e la lingua e le tradizioni sarde devono essere l’occasione di una rinascita dell’orgoglio e della volontà di riscatto del popolo sardo che si trova ad affrontare le sfide della globalizzazione in un momento di crisi politica, sociale e culturale». Piu chiede che contemporaneamente ci si occupi allo sviluppo della lingua sarda, anche a combattere la dispersione scolastica ed a formare quanti più giovani sardi possibile. «La vera rinascita della Sardegna – conclude segretario regionale dell’Ugl Sardegna - passa per una crescita culturale che comprenda la lingua e le tradizioni sarde ma anche le nuove sfide che ci ha imposto la globalizzazione, e cioè l’uso dell’informatica e della lingua inglese». Un invito, questo, che Piu fa al Governatore Soru, affinché «questa eventuale ricerca non si trasformi nell’ennesimo carrozzone regionale dedito soltanto allo spreco delle risorse dei Sardi».
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