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Antonio Sini
14 luglio 2013
Standing ovation per Mogol
Il maestro è stato salutato con una ovazione dal pubblico di Alghero, che lo ha accolto con molto calore in occasione del Grand Prix Corallo. Con lui sul palco il sindaco Stefano Lubrano

ALGHERO - Quando Nicola Nieddu, sul palco del Grand Prix Corallo Città di Alghero, ha presentato Giulio Rapetti, in arte Mogol, il pubblico presente nella banchina Dogana del Porto si è alzato in piedi, spontaneamente, quasi magicamente. Di fronte avevamo non un uomo qualunque, ma un uomo che con i suoi testi e le sue canzoni ha fatto (e fa) crescere intere generazioni di giovani. Più che un autore, è un maestro, un numero uno che si capisce dalla sua semplicità nel parlare, nel concedersi, dal modo di porsi nelle situazioni e delle letture che da della realtà che lo circonda.
Abbiamo visto un uomo normale e, se non fosse per l’aureola che si porta dietro, Giulio Rapetti avrebbe voluto trascorrere la sua presenza ad Alghero quasi in anonimato. Sul palco del Grand Prix Corallo, “Mogol” si è portato dietro tutta la sua magia, la sua semplicità, la sua filosofia di vita. E il pubblico gli ha riservato una standing ovation che solo ai grandi è riservata.
E non affermiamo niente di nuovo, niente che non sia stato scritto, riguardante Giulio Rapetti, un maestro, un poeta, e tanto altro ancora che lo eleva alla ennesima potenza, nel mondo della canzone italiana. Un mondo dove nel volgere breve di una stagione si bruciano cantanti, testi e musica che solo raramente diventano di dominio pubblico. Mentre le canzoni, i testi, o se si preferisce le poesie di “Mogol” rimangono vive più che mai, sopravvivono al tempo, e si tramandano di generazione in generazione, non solo perché sono belle, ma perché sono di una attualità struggente.
Nella foto: Giulio Rapetti e il Sindaco di Alghero Stefano Lubrano
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