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Red 30 luglio 2013 video
Biennale del Coltello: in pista da Alghero la X edizione
Le parole del sindaco di Pattada Mario Deiosso, del presidente Stl Enrico daga e di Maria Antonietta Mongiu, presidente dall’associazione culturale Lamas


ALGHERO - È il biglietto da visita di Pattada, simbolo di splendido artigianato e continuità storica “Sa Resolza”, il coltello a serramanico che trova spazio anche al Moma di New York. Realizzata per le esigenze dei pastori che se ne servivano per tutti gli usi di campagna, caccia e casa, “Sa Resolza” nasce a Pattada dalle mani dei fabbri (frailalzos) che creavano le falci e gli strumenti per l'agricoltura. L'abilità nella lavorazione delle lame, la robustezza e la perfezione delle finiture sui manici sono all'origine del successo del coltello pattadese, a cui da dieci anni l'amministrazione comunale dedica la prestigiosa Biennale del Coltello. Presentata questa mattina all'aeroporto di Alghero, dove è stato allestito uno stand ad hoc, la X edizione della Biennale del Coltello Frailalzos Patadesos, è visitabile a Pattada fino al 22 Settembre nei locali dell'appena inaugurato Museo del Coltello e del Ferro Battuto, in piazza d’Italia al centro del paese, novità che ha aderito al sistema museale Celeberrimi populi Anglona-Goceano-Monte Acuto e si aggiunge, con connotati spiccatamente locali, al museo privato del coltello a carattere internazionale, il Museo Culter.

Grazie alla collaborazione tra il Comune di Pattada e la Pro Loco Lerron, e con l'apporto del Stl (sistema turistico locale) presieduto da Enrico Daga, sottolineata dal sindaco di Pattada Mario Deiosso, quest'anno la manifestazione del coltello, "gioiello realizzato da artigiani baciati dagli dei, che racchiude la forza di una comunità", si allarga all’arte del ferro battuto. In contemporanea sono infatti in corso altre tre esposizioni, autentici gioielli dal sapore etnografico che permettono ai visitatori di meglio comprendere la vita quotidiana del passato, ovvero: Su fraile e frades Ogana antica bottega tipica di fabbri e maniscalchi pattadesi dove, come cristallizzate nel tempo, possono essere osservate le antiche lavorazioni manuali relative al ferro, rendendo appieno l'attività e la figura del fabbro ferraio; Triulende cascias preziosi costumi tradizionali, tutti rigorosamente d’epoca, fatti riemerge rovistando nelle antiche cassapanche delle case del paese; Ruinzu e puppuine (ruggine e tarlo), esposizione etnografica che fa rivivere un’antica dimora raccontando la vita e il lavoro del mondo agro-pastorale di tanti anni fa.

Tre iniziative dunque, create intorno alla Biennale, per un contesto festoso e ricco di interesse, che affiancano l'iniziativa principale con elementi di forte richiamo, tali da rendere i giorni della rassegna un'esperienza indimenticabile per quanti decideranno di recarsi a Pattada. " Offriamo uno spaccato autentico. Non turismo di plastica con cose artificiali, ma ciò che noi siamo e quello che possediamo" ha commentato l'assessore di Pattada Filippo Corveddu. Numerose e varie le iniziative e manifestazioni correlate alla Biennale, tra cui spicca, nei prossimi giorni, dal 1° al 4 agosto, la 2° edizione de S’Iscola de su trabagliu (La scuola del lavoro, di cui si allega il programma), illustrata da Maria Antonietta Mongiu, presidente dall’associazione culturale Lamas, che quest’anno ha per tema portante il lavoro delle donne e che ha invitato a Pattada oltre 50 relatrici e porterà in scena diversi spettacoli: «Ripartiamo dalla Sardegna dei paesi, dalle nostre sapienze e dai nostri prodotti dell'interno», ha affermato Mongiu.

Nella giornata del 4 agosto inoltre, si svolgerà la 3° edizione di Sa die de sos pastores presso il Parco Salvatore Pala. Una giornata dedicata interamente al mondo agropastorale in cui saranno presenti stand degli artigiani e dei pastori pattadesi coi loro prodotti. A pranzo si potranno degustare i piatti tipici del paese, mentre nel pomeriggio vi saranno Sos thurpos di Orotelli coi loro spettacoli. Quest’anno è stato riprodotto l’antico cubone, capanna tradizionale del pastore, ma l’intento è ben più ambizioso: creare un vero e proprio museo all’aperto, inserendo, nei prossimi anni, elementi e strutture che raccontino la quotidianità del lavoro del pastore. Innovativo anche il sistema dell'accoglienza ai visitatori, per i quali è stato aperto un apposito ufficio informazioni che, su richiesta, offre visite guidate nel paese, alle mostre, alle botteghe artigiane e nel territorio. Presso l’Ufficio Turistico dell’area arrivi dell’aeroporto di Alghero inoltre, in collaborazione con il Stl Sardegna Nord Ovest, rimarrà attivo un “padiglione” distaccato del Museo del Coltello dove è possibile ammirare la famosa lama pattadese e che offre un sistema di comunicazione integrato di video, pannelli promozionali, materiale informativo e servizio di biglietteria.




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